Buon compleanno a… Timothy Weah - Calcio News 24
Connect with us

2023

Buon compleanno a… Timothy Weah

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

weah

Oggi Timothy Weah compie 23 anni. É il figlio del grande George, condizione che lo porta naturalmente ad avere lo sguardo addosso di addetti ai lavori e non

Oggi Timothy Weah compie 23 anni. É il figlio del grande George, condizione che lo porta naturalmente ad avere lo sguardo addosso di addetti ai lavori e non. Ma il ragazzi ha comunque di suo la capacità di rubare l’occhio e la personalità per andare oltre lo stadio della sua prima affermazione. Che lo ha già portato ad accumulare una buona quantità di esperienze significative. Procedendo con un minimo d’ordine, Timothy è nato a New York, a differenza del padre che non è solo figlio della Liberia, ne è anche il Presidente.

Ha esordito a 17 anni nel Psg, club di famiglia – per così dire – visto che il Pallone d’Oro del 1995 il papà lo ha alzato a San Siro ma metà di quella annata l’aveva trascorsa a Parigi, prima di approdare a Milano. Sponda rossonera, è bene ricordarlo: un dettaglio più che importante, visto che per il figlio si parla insistentemente dell’Inter piazzata in pole position e sarebbe un derby familiar-generazionale tra i più affascinanti di quell’enorme contenitore che sono i racconti di calcio sparsi lungo il tempo. Dopo la Francia, Timothy ha una breve parentesi scozzese nel Celtic, per poi fare ritorno ma a Lille, dove gioca dal 2019. Nel frattempo è stato il primo millennial a esordire con la nazionale degli Stati Uniti, arrivando a partecipare anche alle 4 gare che hanno visto impegnati gli yankees in Qatar con gol annesso.

Dicevamo, Weah si fa notare. Prendiamo l’ultima partita giocata, giusto tre giorni fa. In Psg-Lille, gara tra le più avvincenti della stagione, chiusasi con un 4-3 a favore di Messi e compagni con una vertigonosa evoluzione del punteggio (2-0, 2-3, 4-3), Timothy è stato utilizzato come esterno basso sinistro. Che, essendo lui notoriamente un «attaccante molto veloce e forte fisicamente» recita wikipedia, significa un paio di cose: l’americano ha passo e personalità per correre lungo la fascia avanti e indietro; l’allenatore lo ritiene un giocatore plasmabile, tanto da farlo retrocedere di posizione, come fa Paulo Fonseca. Ce n’è anche una terza, non esattamente di poco conto: se decidi di fare questa operazione al cospetto del Psg che davanti ha giocatori che superano l’uomo come respirano, allora vuol dire che di lui ci si può davvero fidare. La risposta arriva che non sono passati neanche 60 secondi.

É lui a farsi trovare pronto a battere a rete e lo fa rientrando sul destro, proprio come un attaccante qual è. Il tiro trova la deviazione di Nuno Mendes e Donnarumma si salva e ancora forse non sa come abbia fatto. Un caso? La controprova si ha sempre nel primo tempo, quando indirizza un pallone sulla testa di David che sarebbe gol sicuro se non ci fosse il portiere italiano a inventare un miracolo.
Immaginiamo il file di un osservatore aperto su Timothy Weah. Alla voce punti forti del giocatore (sempre che esista un file indicizzato così), certamente qualche riga supplementare domenica è stata scritta per completare un ritratto che certamente è intrigante.

Anche al Mondiale, in fondo, ha saputo essere così rapido nel mettersi in moto. Nella gara d’esordio con il Galles ci ha messo poco più di mezz’ora per capire che l’avanzata di Pulisic era la premessa di un gol. Realizzato proprio da lui, con un taglio col tempo giusto e una conclusione d’esterno che sa proporre chi è conscio dei propri mezzi tecnici. Riproponiamo la domanda di prima: un caso? Assolutamente no, non rientra nel tabellino perché gli è stato annullato, ma anche con l’Iran Weah va in gol con altrettanta raffinatezza. E non stiamo parlando di un bomber da doppia cifra, ma di un giocatore che sa mettere anche i compagni in condizione di segnare. Se mai arriverà in Italia, è possibile che sarà un bel vedere.