Scala: «Liedholm venne a casa mia per convincermi. Parma? Anni bellissimi e indimenticabili. Ricordo una cosa in particolare»
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Scala: «Liedholm venne a casa mia per convincermi. Parma? Anni bellissimi e indimenticabili. Ricordo una cosa in particolare»

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Nevio Scala

Scala in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ si è soffermato sulla sua carriera sia da calciatore che da allenatore. Ecco alcune delle sue parole

La felicità è un lombrico nella terra. Parola di Nevio Scala, 78 anni, l’uomo dalle tre vite: grande calciatore (Milan), tecnico visionario (il Parma dei miracoli) e oggi viticoltore biologico a Lozzo Atestino, sui Colli Euganei. Oggi ha parlato al Corriere della Sera.

L’INIZIO CON LIEDHOLM «Venne Nils Liedholm di persona a casa dei miei genitori: ero un ragazzino, ma mi voleva a Milanello con la maglia rossonera. Mamma disse no, ma la convinsi. Se ho giocato a pallone lo devo al Barone. Mi ha insegnato tanto».

LA SECONDA VITA IN PANCHINA «Giancarlo Salvi mi volle alla guida delle giovanili del Vicenza. Poi Albertino Bigon mi fa fare il salto, proponendomi la Reggina. Due anni importanti, quindi Parma».

IL PARMA «Anni bellissimi, indimenticabili. Il primo giorno a Parma dissi ai ragazzi: se accettiamo i nostri limiti possiamo arrivare ovunque, diventiamo una squadra. E così è stato. Tante vittorie e noi che non ci accorgevamo di come eravamo cresciuti, di quanto fossimo forti. Divertimento e lavoro. Sceglievo gli uomini, prima dei calciatori. Gli schemi contano, certo, le tattiche, le soluzioni: ma se nello spogliatoio non crei empatia, non fai gruppo, non vai lontano».

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NESSUN PREFERITO, IL GRUPPO PRIMA DI TUTTO «Erano fondamentali anche i panchinari che non giocavano mai. Non c’era un mio preferito. Ognuno essenziale per far vincere il gruppo».

LA VITTORIA PIU’ BELLA «Poco tempo fa Alessandro Melli — col quale ero spesso severo, perché non metteva sempre l’impegno a sostegno del suo enorme valore — mi ha detto: mister oggi ho capito, aveva ragione lei. Ecco, per me la vittoria più emozionante».