Albertini: «Lotito come Gaucci» - Calcio News 24
Connect with us

2014

Albertini: «Lotito come Gaucci»

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

albertini luglio 2014 ifa scaled

Poi l’attacco ad Abodi: «E’ stato inaffidabile, almeno Lotito è sincero»

ALBERTINI GAUCCI FIGC LAZIO LOTITO – Ad un mese dalla vittoria di Tavecchio alle presidenziali della FIGC, Demetrio Albertini non porta rancore: l’altro candidato ha accettato la sconfitta anche se, durante la campagna elettorale, i toni tra i due contendenti erano sicuramente accesi. Nonostante questo Albertini, intervistato oggi da La Repubblica, non molla il suo progetto ed anzi, non rinuncia anche ad attaccare, perchè no. Come quando allude a Claudio Lotito, la grande eminenza grigia che siede in Federazione

THE DAY AFTER TOMORROW – Così Albertini, che guarda avanti: «La mia era una candidatura di alternativa, la democrazia va rispettata». Anche se… «Tavecchio ci ha messo in difficoltà con una figuraccia internazionale. Lotito? Almeno è sincero, a differenza di Abodi: il presidente della Lega di B con me è stato inaffidabile. Certo, Lotito è ingombrante. Nessun consigliere federale, in Nazionale, aveva mai creato un caso simile. Io l’avevo prefigurato già due anni fa. Dovrà dimostrare una visione collettiva, non particolare. A cosa alludo? La multiproprietà è un rischio: si tornerebbe indietro di 20 anni, ai tempi di Gaucci. E si raddoppierebbe la forza elettorale dei grandi club. Alla Lega Pro suggerisco: più poveri ma un po’ più liberi. Dalla Lazio alla Salernitana sono passati 16 calciatori. Nessuno ha fatto il viaggio contrario, ben più naturale».

COSA SIAMO? – Stranieri in Italia: sono troppi? «Proponevo rose di 25 giocatori, con 10 del vivaio. È più probabile che si tratti di ragazzi nati o cresciuti in Italia, selezionabili per la Nazionale. A troppi azzurri manca esperienza internazionale. E il campionato si è impoverito. Conte? E’ bravo. Però il nostro sistema ha accumulato ritardo anche nei confronti di Belgio, Svizzera e Austria. La domanda non è che cosa dobbiamo fare, ma che cosa vogliamo essere». Difficile rispondere.