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2013

Chiamatelo pure Italy Saint Germain

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Da Pastore a Cavani, passando per Ibrahimovic e Thiago Silva: ecco una formazione tutta italiana

CALCIOMERCATO PARIS SAINT GERMAIN SERIE A – Con l’acquisto dal Napoli del Matador, Edinson Cavani, per una cifra quasi record di 64 milioni di euro (il quarto più costoso di sempre dopo quelli targati Real Madrid di Cristiano Rolando, Zidane e Kakà), e quello ormai prossimo del brasiliano Marquinhos, che arriverà dalla Roma in cambio di circa 35 milioni di euro, il nuovo Paris Saint Germain targato Laurent Blanc inizia a prendere forma. 99 milioni per mettere a segno i primi due colpi di mercato estivi potrebbero sembrare troppi, ma sicuramente confermano una tendenza, che dalle parti della città dell’amore sta diventando ormai una consuetudine, da quando al timone del PSG c’è il ricco proprietario Nasser Al-Khelaifi, ma soprattutto il suo braccio destro Leonardo.

PASTORE E I SUOI FRATELLI – Il dirigente brasiliano, arrivato all’ombra della Tour Eiffel nell’estate del 2011, ha messo a segno ben venti acquisti (tenendo già in conto quello di Marquinhos), e tra questi l’esatta metà ha la stessa provenienza: la Serie A italiana. Tutto nasce proprio nella pazza estate del 2011, in cui esplode una vera e propria rivoluzione a Parigi: via i vecchi proprietari della Colony Capital e la loro schiera di anzianotti del calibro di Coupet, Makelele e Giuly per fare posto al fresco e abbondante denaro della Qatar Investment Authority, che chiama Leonardo come direttore sportivo e una vecchia volpe come Antoine Kombouarè in panchina, ma soprattutto fa parlare di se per una prima campagna acquisti faraonica, che trova immediatamente quattro capisaldi provenienti dall’Italia: Jeremy Menez dalla Roma, Momo Sissoko dalla Juventus, Salvatore Sirigu e soprattutto Javier Pastore dal Palermo, con El Flaco che costa oltre 40 milioni di euro al ricco arabo. A gennaio, come se non bastasse, il centrocampo del PSG viene irrobustito dalla presenza dell’italo-brasiliano Thiago Motta, che all’Inter aveva ormai fatto il suo tempo e decide di raggiungere l’amico Leonardo che lo aveva allenato in nerazzurro.

IBRA, THIAGO E CARLO – La mancata conquista del titolo nazionale, finito nelle mani del sorprendente ma meritevole Montpellier di Giroud e Belhanda rende ancor più affamato il nuovo proprietario Al-Khelaifi, il quale risponde alle critiche per aver cacciato Kombouarè nel bel mezzo della stagione per chiamare Carlo Ancelotti, con un’altra serie di colpi tanto leggendari, quanto costosi, quasi tutti di matrice ‘italiana’. La prima coppia arriva dal centro-Sud del nostro stivale, visto che viene prelevato dal Pescara un giovane e promettente regista che di nome fa Marco Verratti, mentre il primo grosso esborso favorisce le casse del Napoli, con l’approdo in Francia di Ezequiel Lavezzi; tuttavia, il doppio botto arriva da Milano, con il Milan che cede, per una cifra complessiva di 62 milioni di euro, un ormai scontento Zlatan Ibrahimovic e soprattutto il difensore più forte del mondo, Thiago Silva, tanto amato e rispettato nell’ambiente e nello spogliatoio da ottenere, nel giro di poche settimane, la fascia di capitano. La squadra, in campionato, finalmente vola (e con una campagna acquisti così, non poteva essere altrimenti), mentre è quasi sorprendente la facilità con cui la formazione di Ancelotti arriva ai quarti di Champions League e spaventa i marziani del Barcellona, tanto da ritrovarsi virtualmente qualificati ad un quarto d’ora dalla fine, quando Pedro pareggia il gol di Pastore al Camp Nou.

DIECI PIÙ DUE – Con Cavani e Marquinhos, dunque, diventano dieci gli acquisti ‘made in Italy’ perfezionati dal Paris Saint Germain, ma ce ne sono altri due che possono tranquillamente avere una matrice italiana: sono quelli di Maxwell, arrivato a gennaio del 2012 assieme a Thiago Motta dopo aver dimostrato tutto il suo valore, così come il suo connazionale, con la maglia del’Inter, e di David Beckham, di cui Leonardo si è letteralmente innamorato, per dedizione al lavoro e disponibilità a giocare in più posizioni del campo, durante la sua unica stagione sulla panchina del Milan. Dunque, la defizione di Italy Saint Germain potrebbe non essere errata, anche se le sorprese potrebbero non essere finite qui…