Hakan Sukur, il toro del Bosforo - Calcio News 24
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2013

Hakan Sukur, il toro del Bosforo

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Solo 10,8 secondi per segnare la rete più veloce di sempre in un mondiale di calcio, quasi tre stagioni in Italia per diventare un bidone. È questa la storia di Hakan Sukur, centravanti turco nato ad Apazan, entrato nella storia per quella rete lampo realizzata con la sua nazionale ai Mondiali 2002. Un idolo in patria, osannato dai tifosi del Galatasaray, qui da noi tutta un’altra vita con Torino, Inter e Parma. Tre club differenti e altrettante delusioni.
L’esordio a sedici anni nella SuperLig turca con il Sakaryaspor lo porta alla ribalta, con la squadra della sua provincia ci resta tre anni e accumula una notevole esperienza nonostante la sua giovane età. Nel 1990, dopo la retrocessione del club, resta nella massima divisione con il Bursaspor, che gli fa da trampolino di lancio prima del grande salto. Nelle due stagioni con i biancoverdi, Hakan riceve la sua prima convocazione in nazionale. Un amore, quello con la maglia della Turchia, che durerà quindici lunghi anni e porterà i turchi sul podio nei mondiali coreani.

Nell’estate 1992 arriva l’offerta del Galatasaray, impossibile da rifiutare. Il passaggio da una realtà piccola a una di livello internazionale non pregiudica l’adattamento del ragazzo. Hakan Sukur con i Leoni di Istanbul segnerà un’epoca condita di successi a livello nazionale ed europeo, suddivisa in tre passaggi differenti. Nella sua prima permanenza, fino al 1995, vince qualsiasi trofeo disponibile, portandosi a casa per due volte il titolo di campione di Turchia.
Per tutti diventa “il toro del Bosforo”, con cinquantaquattro reti in quasi novanta partite giocate. L’Europa chiama e Hakan risponde. La telefonata arriva dall’Italia, zona Torino, sponda granata. Un’opportunità da non perdere, colta al volo dall’attaccante. L’avventura italiana, però, dura meno del previsto. Nel capoluogo piemontese il giovane turco si sente spaesato, perso e malinconico. Non si ambienta, vuole scappare via, dopo solo cinque partite e una rete contro il Bari decide di lasciare la Serie A.

Come le grandi meteore viene ripreso dalla squadra che l’ha ceduto. Il ritorno al Galatasaray giova a Hakan Sukur, in panchina trova Fatih Terim e insieme aprono un nuovo ciclo di successi lungo cinque anni. Inutile dire che vince di nuovo tutto: quattro campionati consecutivi, tre coppe di Turchia e per tre anni consecutivi si conferma capocannoniere della SuperLig. Nel 2000 i suoi gol trascinano i Leoni sul tetto d’Europa, il Galatasaray conquista a Copenaghen la prima Coppa Uefa battendo ai rigori l’Arsenal.
In campo europeo il suo nome torna di nuovo alla ribalta ma la chiamata giusta arriva sempre dell’Italia. Il telefono squilla e dall’altra parte questa volta risponde l’Inter di Moratti, alla ricerca di un degno sostituto di Ronaldo, out per infortunio. Il turco accetta, consapevole di poter andar incontro a un’altra magra figura in terra italiana. La stagione, infatti, inizia malissimo: fuori ai preliminari di Champions League per colpa dell’Helsingborg. In avanti i gol non arrivano, l’Inter fatica a trovare continuità e Sukur inizia a prendere le prime critiche; evidentemente all’attaccante turco il Bel Paese non porta fortuna, con il passare delle giornate il suo impiego viene dimezzato, così l’annata nerazzurra si chiude con seri reti e il benservito di Moratti.

Tornare in Turchia sarebbe l’ennesimo fallimento, decide di riprovarci nuovamente, con il Parma. La permanenza in gialloblù rispecchia al meglio il suo “solito” andamento italiano: campionato anonimo e senza gloria. Gli emiliani lo lasciano partire per l’Inghilterra, il Blackburn prova a recuperarlo offrendogli una maglia da titolare; esperienza fallimentare e volo di ritorno verso Istanbul. Il Galatasaray entra di nuovo nella sua vita calcistica, per la terza volta. Il ritorno è scandito dalla vittoria di altri due campionati e dal record di marcature in nazionale (51) e nel campionato turco (249). Nel 2008, dopo la mancata convocazione agli Europei, decide di chiudere con il calcio per dedicarsi a una nuova vita; abbandonati i campi da calcio, si trasferisce in Parlamento, eletto dal partito conservatore islamico turco. A quest’attività affianca quella di commentatore sportivo per la tv della Lega calcio turca. Un doppio impegno, spesso criticato dai suoi oppositori politici, ma il “toro del Bosforo”, in Turchia, nella sua arena, non ha mai avuto rivali.