2012
L’età pensionabile aumenta anche per l’insostituibile Cambiasso. Napoli, sopravvalutazione o condizionamento mediatico?
Cala l’inverno su Milano. E i primi a congelarsi sono i 40 mila del San Siro, quelli che subiscono per 90′ più recupero il freddo e la pioggia incessante. Chi si aspettava una partita noiosa però, è rimasto spiazzato. Un po’ come Romero sul secondo gol di Palacio. Perché Inter-Sampdoria non è stata soltanto “la gara prima di Juve-Inter”, ma è stata per fortuna anche dei paganti appunto, Inter-Sampdoria. Anzi, la contemporaneità con la sfida dello Juventus Stadium e i diversi stravolgimenti del risultato comparso sul tabellone, hanno rimandato un po’ tutto il pubblico nerazzurro agli avvincenti testa a testa per la vetta del campionato. Testa a testa che mancavano da quando la Roma di Ranieri insidiava il Triplete nerazzurro, salvo poi capitolare con la Sampdoria (coincidenze). Altri tempi insomma, osservando ora QUESTA Roma.
Stramaccioni schiera a sorpresa un centrocampo molto (e troppo) fisico, mandando a nozze i luoghi comuni dei tifosi come “serve un Pirlo”. Ma l’Inter un Pirlo non ce l’ha ed è “costretta” a gettare nella mischia Cambiasso. L’età pensionabile per l’argentino si sta clamorosamente alzando (un po’ come in tutto il paese), al punto che parlare di Inter Cambiasso-dipendente non sembra più una sottile ironia, ma pura realtà. Poco cambia se Gargano si incazza se in mix gli facciamo notare che senza il Cuchu corre a vuoto. L’ingresso del 19 regala all’Inter quel guizzo tattico che le permette di ribaltare lo sfortunato vantaggio e insidiarsi di diritto alle spalle della Juventus.
Mi preme però fare un’ammonizione a diversi colleghi o personaggi interni al mondo del calcio: facile parlare ora quando cambiano classifica e risultati. Si è parlato per tante settimane di Napoli e Juventus che facevano un campionato a parte. Forse il rumore mediatico e la grande passione calcistica che c’è in Campania ha stravolto qualche opinione, ma bisogna tener presente che “la squadra consolidata perché ha tenuto la stessa struttura degli anni passati” da quando è tornata in Serie A non ha mai raggiunto neanche un secondo posto. Sesto, terzo e quinto: il risultato degli ultimi tre anni dove si è sempre sciolta nel momento decisivo. Perdendo inoltre uno dei suoi giocatori migliori e prendendo al suo posto un giovane prospetto dalla Serie B. Insomma, morale della favola: guardando valori oggettivi l’anti Juve può essere soltanto la Juve stessa. Dall’alto delle sue otto vittorie consecutive in trasferta, l’Inter però va a Torino con la certezza di chi può fare la sua partita. Perché alla fine nel calcio di oggettivo c’è veramente poco…