2012
Live – Fiorentina, Guerini: “Squadra combattuta. Non potevo dire di no”
Sta per iniziare la conferenza stampa di presentazione di Vincenzo Guerini come nuovo allenatore della Fiorentina per queste ultime due giornata di Serie A. L’ex team manager dei viola ha preso il posto dell’esonerato Delio Rossi, arrivato in seguito agli eventi della sfida dell’Artemio Franchi tra Fiorentina e Novara. Sarà compito di Guerini ottenere ora il punto necessario per la salvezza matematica dei viola e potrebbe arrivare già nella trasferta di domani al Via del Mare di Lecce.
Su cosa ha spinto Guerini a prendere la decisione di tornare in panchina e di guidare la Fiorentina, l’ex dirigente risponde: “A me in dieci mesi qui ne sono successe di tutti i colori, l’impensabile. Mai avrei pensato di trovarmi qui in veste di traghettatore per queste ultime due partite e, soprattutto, non me lo auguravo. Chi mi conosce sa che non sono le solite frasi fatte, ma non potevo dire di no, a nessuna condizione. Non lo ritengo onesto e i sta bene dare una mano alla Fiorentina. Per me è stato un sogno sin dal primo giorno che ci siamo visti, certo, non era questo il sogno che volevo. Quello che vedo nella squadra, senza essere ipocriti, è che i giocatori sono rimassi scossi da quanto successo. Si parla di giocatori superficiali, ma non tutti sono così: alcuni leggono i giornali, guardano la televisione, alcuni parlano più lingue e consultano anche i media esteri. È chiaro che la squadra sia combattuta, solidarietà da una parte e dall’altra. Siamo un po’ frastornati. Ieri hanno lavorato quelli che hanno giocato giovedì, oggi tutti assieme, a parte gli acciaccati. Tutti assieme, con anche il patron ed i dirigenti, vogliamo ottenere questo punto necessario per salvarci e stiamo cercando di preparare mentalmente la partita di domani, più che fisicamente. Per mia esperienza in questo momento è l’unica cosa che conta l’aspetto mentale”.
Sullo stato dello spogliatoio: “Non essendo un allenatore mi volevano bene tutti, un po’ come un socialista che sta da entrambe le parti. A parte le battute, che lo sono fino ad un certo punto, ho fatto per anni l’allenatore e non sono queste le difficoltà. In due partite non fanno in tempo ad odiarmi. Non solo ne andrebbe della Fiorentina, ma anche uno per uno per loro. Quando le cose vanno bene, tutti, dal presidente all’ultimo, ci si guadagna qualcosa, mentre quando le cose vanno male, tutti perdono qualcosa, chi più chi meno. Anche chi andrà via il prossimo anno, vorrà farlo senza doversi presentare con l’etichetta di ‘retrocesso’. In molti vi ricordate che non ho fatto molto in Serie A, anche se qualcosa ho fatto in Serie B. In tutti vi ricordate che sono retrocesso con l’Ancona in Serie A, ma non che non sono retrocesso col Piacenza con tutti giocatori italiano o che sono quasi stato promosso in A col Catanzaro”.
Se esiste la possibilità che prosegua il ruolo di allenatore: “No e voglio che questo portone si chiuda dopo queste due gare”.
Se c’è stato qualcosa in particolare detto da Della Valle che lo ha spinto ad accettare: “Era molto colpito, mi ha chiesto di dare una mano, gliela ho voluta dare perché mi sembrava onesto. Non vado certo in guerra, vado a dirigere da allenatore due partite. Non rischio manco di tornare a fumare (scherza, ndr)”.
Trattando invece la trasferta di Lecce, Guerini risponde: “Sicuramente non daremo spettacolo, non l’abbiamo mai dato e non inizieremo certo con me. Noi proveremo il tutto o niente col Lecce, anche se loro cercano punti per la salvezza e dobbiamo aspettarci una partenza micidiale del Lecce. Faranno loro le prime mosse. Come si dice: meglio tirarle per primi. Se saremo capaci, proviamo a farlo”.
Quello di allenare la Fiorentina è sempre stato un sogno ed il tecnico spiega: “È stato il sogno della mia vita, non volevo si avverasse così. Ho avuto una speranza quando la Fiorentina era in C2, anche gratis sarei venuto, ma dopo non ci ho più pensato, anche perché sono passati da qui allenatori importanti. Sono arrivato qui nel 1973, poi ho smesso. Certo, non è che posso dire di aver ‘allenato la Fiorentina’, ma negli almanacchi andrà anche il mio nome”.
Se ci sarà un rapporto a distanza con Rossi per qualche suggerimento tecnico e come era il rapporto con l’ex allenatore: “Un punto proveremo a farlo, non sarà certo per merito mio. Ho avuto un ottimo rapporto sia con Sinisa Mihajlovic sia con Delio Rossi ed entrambi mi hanno fornito delle confidenze lavorative. Spero che questo sia stato apprezzato. L’unica cosa che mi ha dato noia è che si dice che Delio Rossi sia stato lasciato solo, mi dispiace molto. È una mancanza di rispetto, io ho vissuto 24 ore al giorno, assieme alla società, non abbiamo fatto mancare niente. Ci dispiace leggere questa cosa, non so cosa significhi lasciare sola una pesona, dovevamo andarci anche a cena? Qualsiasi cosa avesse bisogno lo facevamo, contenti, col sorriso sulle labbra, e questo tutti quanti assieme. Dopo aver fatto 40 anni di calcio credo di capire qualche meccanismo di spogliatoio e di rapporti. Mi è un po’ dispiaciuto questo. Con lui condivido i sentimenti, non occorre divulgarli alla stampa”.
Sullo stato di forma di Stevan Jovetic: “Mi sembrerebbe stupido andare a cambiare qualcosa. Nelle ultime trasferte la squadra si è comporata abbastanza bene. A parte i cambi dovuti agli infortuni, obbligatori, ed altri dovuti alla stanchezza per queste 4-5 partite ravvicinate, Jovetic non sarà della partita perché non sta bene. Ci ho parlato e non ce la fa. Non ho ancora conosciuto. Per fortuna, non ho ancora conosciuto un giocatore, soprattutto un giovane, che non vuole giocare e scendere in campo. Sicuramente in attacco siamo corti, ma undici giocheranno”.
Sulla coppia d’attacco che domani giocherà a Lecce resta ancora molta indecisione: “Le valutazioni le faremo domani mattina, ci sono altri giocatori da rivedere”.
Tornando sull’episodio Rossi-Ljajic: “Le condizioni di stress capitano nel calcio, vediamo Sacchi, che ha dovuto staccare la spina perché non ce la faceva più. Rossi ha avuto una reazione che nessuno si aspettava, potrebbe essere una situazione simile. La società ha reagito nella maniera migliore ed equa nei confronti di entrambi, ha tenuto una linea, era ciò che era più necessario, poi questa può essere condivisa o meno”.
In merito al gesto vero e proprio, Guerini osserva: “Mentre capisco la reazione dei tifosi, non capisco quella di alcuni miei colleghi. Qui si sta passando un messaggi, che è sbagliato: i fatti di Genova sono scusabili, quelli di Roma sono scusabili… è scusabile tutto. Domani mattina uno si alza e tira un cazzotto ad un giornalista o al presidente, ed è scusabile. Può succedere, però stop, non si possono trovare maniere per far passare questo messaggio, altrimenti non so dove andremo a finire”.
Sull’episodio presunto di Kharja, il quale avrebbe lasciato lo stadio prendendo a calci la porta dello spogliatoio poiché non voleva andare in panchina, Guerini smentisce seccamente: “Se qualcuno ha visto cosa è successo, me lo dica, ed andiamo a parlare da Kharja. Non ha sbattuto la porta, non ha litigato con Jovetic, ero presente. Ha solamente detto al mister che non stava bene ed avrebbe giocato solamente se c’era necessità. L’unica cosa che non ha fatto, e secondo me è sbagliata, è che se ne è andato a casa a vedere la partita piuttosto che restare allo stadio. Se Rossi gli avesse chiesto di giocare, lo avrebbe fatto, ma Rossi ha preferito portare con sè qualcuno che sta bene piuttosto che uno che sta male. Se qualcuno gli ha visto scalciare la porta, lo porto qui per un orecchio e lo rimprovero”.
Su quella che sarà la politica socitaria e se è stato tratto un bilancio stagionale: “Noi come società sappiamo di non aver fatto una bella annata, non andremo in giro a petto in fuori. Spesso non abbiamo fatto trapelare queste cose all’esterno, ma sono stati commessi degli errori e la società sa dove si deve intervenire. Non potete pretendere che veniamo a dire tutto alla stampa, questo no. Non abbiamo attenuanti, ma ho girato molte società e me ne hanno dette sempre di cotte e di crude. Non dobbiamo sicuramente scusarci”.
Se la Fiorentina è una polveriera e se la vede come Rossi, ossia che la nave sta arrivando in porto: “A parte l’episodio dell’altra sera, lo schiaffo preso contro la Juventus è stato devastante per la squadra. Una reazione positiva c’era stata, ho notato uno spirito di gruppo dovuto all’umiliazione che abbiamo provato. Non siamo diventati subito tutti intelligenti, ma abbiamo capito la figura che abbiamo fatto e siamo venuti fuori compatti da questa esperienza. I ragazzi nelle altre gare sono usciti sempre senza vergognarsi. Devo dire che sono convinto che ce la facciamo, ho avuto paura in passato per via del calendario, ma siamo riusciti a riprenderci. Non ci aspettiamo di essere accolti dalla gente se ci salviamo, questo sia chiaro”.
Sul ruolo di Montolivo in questo finale di stagione: “È il mio ruolo leggere anche l’opinione dei giornali e sapere quella dei tifosi. Non si può dire che non abbia preso per mano la squadra contro il Novara, è andato anche a battere il rigore sotto la Fiesole e ci vuole carattere… chissà cosa sarebbe successo se lo avesse sbagliato. Io gli ho fatto i complimenti. Come mai questa critica? Perché il tifosi fiorentino in lui aveva riposto una certa fiducia non riposta in altri e questo l’ho spiegato anche a lui, era stato visto come possibile bandiera. Non si può dire che si sia tirato indietro, fisicamente ci ha messo sempre tutto e domani ci sarà nella battaglia di Lecce”.
Termina qui la conferenza stampa di Vincenzo Guerini in vista del Lecce.