Astori difende la Fiorentina: «Prima l'identità, poi arriveranno i risultati» - Calcio News 24
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Astori difende la Fiorentina: «Prima l’identità, poi arriveranno i risultati»

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Davide Astori è il capitano di questa Fiorentina rivoluzionata in mano a Pioli: «Non va bene perdere quattro gare su sette, però…»

Firenze, la Serie A, il possibile Mondiale. Davide Astori si gioca tante possibilità in questo 2017-18, soprattutto con l’Italia: «Non vivo il play-off come un pericolo, semmai come uno stimolo. L’Italia ha fatto un buon percorso fino alla sconfitta con la Spagna, che ha lasciato molti strascichi. Forse, senza volerlo, dopo c’è stato un calo di concentrazione. L’incontro dopo la gara con la Macedonia? Positivo, portato avanti da un gruppo maturo e dai giovani». Una pratica che potrebbe servire anche alla Fiorentina in momenti più duri, anche se i viola sono ripartiti senza molti protagonisti dei passati anni: «Non possiamo fare la conta di chi manca, perché se dovessimo elencarli, sarebbe controproducente. Erano calciatori importanti per noi, ma abbiamo aperto una nuova strada. Difesa a tre a quattro? Il calcio è più dei semplici numeri».

CAPITANO E FUTURO – A “Il Corriere dello Sport”, il capitano della Fiorentina ha parlato anche del futuro di questa nuova squadra: «Sono il primo a dire che perdere quattro partite su sette è troppo. Stiamo lavorando per maturare, perché poi dimostrare la nostra identità verrà di conseguenza. Il nostro primo traguardo dev’essere quello di diventare una squadra, poi capiremo dove potremo arrivare». Astori ha espresso un giudizio anche sui i nuovi compagni: «Stiamo cercando di far capire a tutti i nuovi arrivati che cosa significhi giocare in una squadra che ha bisogno della continuità dei risultati come la Fiorentina. Il giocatore che mi ha stupito di più? Milenkovic: è pronto e sa dove vuole arrivare». Il prolungamento è quasi fatto: «La partenza è stata quella giusta: posso esser contento per le prime parole che abbiamo scambiato sull’argomento». Astori è anche il capitano di questa squadra e ha un modello in testa: «Totti, perché è stato più di un capitano».