Buon compleanno a… Edoardo Bove - Calcio News 24
Connettiti con noi

Roma News

Buon compleanno a… Edoardo Bove

Pubblicato

su

Bove

Oggi è il compleanno di Edoardo Bove, centrocampista della Roma e protagonista con il gol vittoria nella gara d’andata di Europa League contro il Bayer

Oggi Edoardo Bove compie 21 anni. Tra i tanti discorsi che gli potrebbero fare per celebrare un appuntamento così importante, non sarebbe un’idea banale leggergli la pagella che La Gazzetta dello Sport gli ha riservato in merito all’ultima prestazione in Europa League. Quando le tante assenze hanno indotto José Mourinho a puntare sul prodotto del vivaio e lui ha ripagato decidendo l’incontro: «Una favola romana e romanista perché la prima rete europea arriva dopo una gran partita. Fondamentale». Una gara condotta non tanto da predestinato, come si suole dire quando un giovane inizia a coronare il sogno di vestire la maglia degli adulti dopo averlo fatto a lungo nel settore giovanile.

Chi è Edoardo Bove, centrocampista della Roma under 17

Semmai, l’Edoardo visto contro il Bayer Leverkusen è sembrato un giocatore in piena evoluzione, se si vuole rimanere timidi e non parlare di crescita esponenziale. La stessa azione risolutiva ne è una dimostrazione: l’attimo del gol è un tap-in in buona coordinazione susseguente alla respinta di Hradecky su conclusione di Abraham; ma è il prima a colpire di più, la riconquista del pallone e la conduzione in avanti con la sicurezza e lo sprint di chi possiede qualcosa di speciale e sente che è il momento di farlo vedere.

Roma-Bayer Leverkusen 1-0: Bove consegna il primo round ai giallorossi

Nelle vite dei giovani calciatori esistono i momenti di svolta. Per Edoardo potrebbe essere arrivato proprio adesso. Solo un po’ di partite orsono, quando la Roma ha perso in casa con il Sassuolo, si è scritto che il ventenne appariva ancora acerbo, se non proprio inadatto per la delicatezza di certi appuntamenti. Trascorre qualche giornata e Bove si mostra un tipo decisamente sveglio. Uno che non avrebbe certo bisogno di un professor John Keating a Trigoria, il docente che ne L’attimo fuggente insegnava agli allievi che andava colta l’opportunità nel momento in cui passa. Esattamente come giovedì scorso, in Roma-Udinese è lui a ribattere in rete il pallone che Cristante indirizza sul palo dagli undici metri.

Studente alla Luiss, iscritto al corso di Laurea in Economia e Management, tempo fa il ragazzo si era presentato a parole meglio di quanto facciano a parole certi che cercano lavoro e stilano curriculum dettagliati: «Il prototipo di centrocampista moderno è quello che attacca e difende. É importante fare entrambe le fasi, il calcio di oggi lo richiede. Quando hai delle doti innate che ti portano ad inserirti continuamente, devi sfruttarle, per cui cerco sempre di fare ciò che mi riesce meglio e cercare la via della rete». Da giovanissimo aveva doti non banali anche nel tennis, poi l’ha visto un osservatore che risponde al nome di Bruno Conti e se ti chiama un campione del mondo è bene rispondere, anche se del 1982 hai solo sentito parlare e ti sembra una favola lontana e impossibile.

«Bove è un ragazzo estremamente educato, con una formazione accademica, un professionista che sembra avere 30 anni. L’anno scorso entrava a 5 minuti dalla fine, quest’anno ha iniziato a entrare a 20 e a 30, così come a giocare qualche partita da titolare. Io ho fatto il mio lavoro, aiutando questo giocatore a crescere. È cresciuto a livello emozionale. Non conosco la sua famiglia personalmente, ma sicuramente la sua famiglia sarà di alto livello»: il ritratto lo ha fornito José Mourinho, a corredo della gara con il Bayer Leverkusen. Ed è certo che a uno come Edoardo non può che far bene il magistero dello Special One.

Roma, Bove: «Zaniolo? Da questo punto di vista non mi sento nessuno per giudicare o aggiungere qualcosa»

Uno che non ti regala niente, che sa essere sincero fino alla durezza e al contempo protettivo se è il caso di difendere i propri giocatori. Uno che ha parlato sin dai primi mesi del suo arrivo nella Capitale del «piacere nel far crescere i ragazzi. L’importante è che non perdano la testa». Anche se li chiama «bambini», per la verità, quasi a coccolarli un po’, restituirgli un po’ di quella gioventù che fatalmente si perde quando si iniziano ad avere delle responsabilità.