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Buon compleanno a… Nikola Milenkovic

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Milenkovic

26 anni per Nikola Milenkovic, una delle colonne portanti della Fiorentina di Vincenzo Italiano e sempre nell’occhio delle big sul mercato

Oggi Nikola Milenkovic compie 26 anni. Quattro giorni fa è stato protagonista di un Napoli-Fiorentina che ha significato molto per lui e la sua squadra. Perché il 3-1 ottenuto al Maradona in uno scontro diretto ha determinato nei viola una nuova forma di consapevolezza dei propri mezzi: battere i campioni d’Italia in carica, farlo nel loro stadio e con una prova così autorevole può dare anche l’idea che l’attuale terzo posto in classifica non sia una situazione occasionale, ma possa rappresentare un nuovo status per la squadra. Proprio in questo match, il difensore della nazionale serba si è meritato il 7 in pagella dal Corriere dello Sport con un giudizio positivo: «Testa a testa con Osi: bello e fisico, terra e cielo. Un sergente». Milenkovic definito come Milinkovic, che ha scelto l’Arabia e che, come giocatore determinante, spesso è stato considerato l’elemento in grado di far crescere un club che eventualmente riuscisse a portarlo in casa, prendendolo da una Lazio ben poco restia a cederlo.

Ed è significativo che l’evento si sia verificato al cospetto di quel Napoli che a lui aveva pensato per sostituire il vuoto lasciato dalla partenza del suo centrale in direzione Monaco di Baviera. Aveva fatto il suo nome, dalle colonne de Il Mattino, Alessandro Renica, che lo scudetto con la maglia azzurra l’aveva vinto a suo tempo giocando nelle retrovie: «Se proprio dovessi dirne uno, allora sceglierei Milenkovic. Ha esperienza per poter subentrare al posto di Kim, gioca da anni in Serie A con ottimi risultati, poi ha le caratteristiche giuste per la difesa del Napoli».

Peraltro, Milenkovic è già al settimo anno in Italia, ha già accumulato più di 200 presenze con la Fiorentina e, a cicli ricorrenti, diventa un obiettivo di mercato di squadre che lo ritengono un elemento dotato della giusta autorevolezza per stare da protagonista in una big.

Ma le voci, le trattative o anche solo gli abboccamenti sono una cosa, la firma sul prolungamento di contratto è un’altra. Ed è importante, per non dire una delle ragioni della promozione a grande della Fiorentina di quest’anno, la convinzione forte che Nikola ha a proposito del presente e del futuro viola. L’ha espressa in conferenza stampa al momento del rinnovo, usando quel termine che va tanto di moda oggi nel mondo calcistico – “progetto” – e che in questo caso ha fondamenta piuttosto solide: «Prima di tutto voglio dire grazie a tutti, facendo un passo indietro, all’anno scorso: venivamo da due stagioni difficili, io e la società non eravamo convinti di lasciarci. Ho chiesto alla società il progetto, ho visto che c’era, e l’arrivo di Italiano è stato fondamentale. Ho capito che c’erano grandissime ambizioni poiché il progetto cresce continuamente. La conferma del mister era importante per me e oltre a questo anche i tifosi sono stati fondamentali, mi hanno dato tanto affetto. Mi sento molto amato. Anche la società ha fatto un grandissimo lavoro per trattenermi qua: sono davvero contento ed emozionato». Già l’anno prima, ai canali ufficiali della società, aveva espresso due idee forti. Che qualcosa di decisivo stesse cambiando: «Quest’anno giochiamo un calcio diverso da quelli precedenti. Mi sto divertendo molto, così come tutti i miei compagni». E che il merito dell’allenatore in tutto questo era davvero grande: «Urla sempre. Non si ferma un secondo. Mette tanta passione in quello che fa e si vede. Lo percepiamo anche noi. È una delle migliori armi che abbiamo».

Unendo Serbia e Italia, c’è stato chi l’ha accostato a Nemanja Vidic, visto in Italia solo a fine carriera, spesa per lo più in Inghilterra, dove ha toccato le 300 partite con il Manchester United. Nikola non si è detto così sicuro, ma certamente il confronto l’ha alquanto inorgoglito: «È difficile dirlo, lui è stato un fuoriclasse, ne ho da fare ancora di strada, ma ringrazio il paragone fatto da Stankovic». Per adesso l’ha già superato per numero di presenze in nazionale. E a 26 anni di strada davanti ce n’è ancora molta