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Da Peres a Karsdorp, la Roma spera nella rivoluzione

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Rick Karsdorp è il secondo colpo dell’era Monchi: arriva dal Feyenoord per 19 milioni complessivi, l’identikit del terzino olandese

Bruno Peres giungeva a Roma appena un anno fa – per quindici milioni di euro dal Torino – con l’aspettativa di chi doveva rivoluzionare il corso della fascia destra giallorossa, al momento occupata da quel Florenzi comunque adattato in un ruolo che non gli appartiene per caratteristiche naturali. Il bilancio, dopo una stagione, risulta essere insufficiente: l’esterno brasiliano classe ’90 non ha convinto né da esterno basso né quando – grazie allo switch tattico di Luciano Spalletti – impiegato da fluidificante e protetto dalla difesa a tre. Nulla da fare: la Roma si è ritrovata costretta a cambiare. A scegliere di cambiare con un investimento decisamente oneroso: dal Feyenoord arriva Rick Karsdorp, terzino classe ’95 e tra i più promettenti prospetti del calcio olandese.

Rick Karsdorp, l’identikit

Non ha badato a spese il nuovo direttore sportivo giallorosso Monchi: diciannove milioni di euro ripartiti tra i quattordici della base fissa ed i cinque legati a bonus derivanti dai risultati complessivi della squadra, quelli necessari per strappare il sì al Feyenoord e garantirsi le prestazioni del promettente laterale della nazionale olandese. Rick Karsdorp ha due elementi dalla sua: è straripante sotto il profilo fisico ed atletico, ha ottima padronanza del suo piede destro. Grazia alla prima caratteristica riesce ad avere una naturale facilità di corsa, impiegata sia nelle sovrapposizioni in proiezione offensiva che nei recuperi in chiave difensiva, grazie alla seconda – una volta arrivato sul fondo ma anche dalla trequarti destra, fetta di campo che sembra prediligere per predisposizione naturale – può servire ottimi passaggi ai compagni e comunque rendersi assolutamente funzionale all’espressione corale.

Il percorso di crescita nella Roma

Dovrà invece migliorare nell’adattabilità al contesto del calcio italiano. La necessaria premessa va effettuata nella relazione con il calcio olandese: un modello in cui la stragrande maggioranza degli allenatori è impostata per default su un calcio propositivo, votato a guidare la partita e non ad adattarla sulle caratteristiche avversarie, un impianto in cui necessariamente partecipano tutti e tutti sono chiamati a fornire il proprio apporto alla fase attiva del gioco. Un terzino dunque, per propensione naturale del suo allenatore, è con ogni probabilità perfettamente settato sulla fase offensiva o comunque propositiva, un po’ meno su quella prettamente difensiva. Aspetto che invece si rende oltremodo necessario nel sistema del nostro calcio, maniacale sotto il profilo tattico e della concessione degli spazi agli avversari, lì dove un esterno basso non può in alcun modo permettersi determinati buchi, pena quella di lasciare immediata via libera alle offensive altrui e di essere in poco tempo bollato come il classico terzino sì in grado di attaccare ma poco attento alla sua metà campo. In Italia, a meno che di questa specie non si rappresenti un fenomeno, tale genere di esterno basso non ha mai funzionato.

Karsdorp con Eusebio Di Francesco

Sarà 4-3-3 oltre ogni ragionevole dubbio: è l’impianto tattico che ha permesso ad Eusebio Di Francesco di strutturare la sua carriera e di prendersi il pass per l’ambita panchina della Roma. Ed è ovviamente su questo modulo che incentrerà la Roma che verrà: schieramento dinamico che consente ai laterali difensivi un certo grado di libertà, l’esempio che meglio rende in tal senso è legato al Sime Vrsaljko ammirato nelle due stagioni ( 2014-15 e 2015-16) sotto la gestione Di Francesco, a patto di progredire passo dopo passo nell’attenzione dedicata alla copertura, alla marcatura dell’opposto avversario, all’equilibrio generale, alle tenuta complessiva. L’olandese avrà subito una maglia da titolare: bocciato Peres che al massimo resterà in organico come alternativa, Florenzi dovrà prima dimostrare di aver realmente imboccato la strada del pieno recupero prima – la sensazione forte è questa – di essere riportato nel ruolo di appartenenza, da mezzala di centrocampo o al più (all’occorrenza) da esterno alto. Comunque ricondotto in un ruolo a proiezione prettamente offensiva, come la sua testa ragiona. Dunque a Rick Karsdorp la responsabilità immediata della corsia destra: del resto quando scegli di investire quasi venti milioni per un classe ’95, quello che ti aspetti è che sia nato pronto. Le spalle per assumersi il peso di quanto asserito non sembrano mancare all’ex Feyenoord: altro che Bruno Peres, già raccontano all’ombra del Colosseo. Garantisce Monchi, che – per essere ai primi passi della sua nuova esperienza – non sembra aver paura di rischiare.