Calcio Estero
Camp Nou, il bando di ristrutturazione cambiato per consentire la partecipazione di Limak. I dettagli
Il nodo Camp Nou: come il bando è stato adattato per aprire la strada a Limak. Le ultimissime sullo stadio del Barcellona
I giorni e le settimane scorrono, ma il Barcellona non è ancora rientrato nel nuovo Spotify Camp Nou. Anzi, questo lungo “esilio” ha portato alla luce dubbi e polemiche legati al progetto di ristrutturazione dello stadio.
L’ultimo caso è stato sollevato da Cadena Ser, che ha puntato i riflettori sull’appalto affidato alla società turca Limak. Secondo l’emittente, l’azienda non avrebbe inizialmente soddisfatto tutti i requisiti previsti dal bando, modificato in seguito per consentirne la partecipazione. La prima valutazione tecnica, stilata da una commissione indipendente composta da membri del Barça e professionisti esterni, aveva assegnato a Limak appena 50 punti su 100, uno dei punteggi più bassi tra i concorrenti. Le risposte sul cronoprogramma erano state giudicate vaghe, mentre il fabbisogno di cassa richiesto – circa 200 milioni di euro – risultava sproporzionato rispetto ai soli 12 milioni domandati da altre imprese.
Eppure, appena due giorni dopo, la commissione Espai Barça ribaltò il verdetto, portando la valutazione di Limak a 74 punti. La decisione fu motivata dal cronoprogramma, ritenuto più realistico rispetto a quello di Ferrovial e FCC, e dalla promessa di rispettare i tempi di consegna: un solo anno allo stadio di Montjuïc, ritorno parziale al Camp Nou nel novembre 2024 e completamento dei lavori entro luglio 2026.
A distanza di un anno da quella data ipotetica di rientro, emergono però nuove ombre. Il contratto prevede penali per i ritardi, ma finora non sono state applicate, giustificate da fattori esterni come carenze di materiali e manodopera, nonostante le clausole consentano proroghe solo in casi eccezionali (incendi, terremoti, guerre).
Nei primi mesi di cantiere Limak ha ricevuto ingenti finanziamenti per avviare i lavori, e la sua offerta si è rivelata la più economica in rapporto al cronoprogramma. Alcune parti del progetto – come il nuovo spogliatoio della prima squadra – sono state affidate a subappaltatori. Tuttavia, dopo l’assegnazione, diversi membri di rilievo di Espai Barça hanno abbandonato il progetto, tra cui il direttore Jordi Llauradó, che ha denunciato la scarsa trasparenza della gara. Il club, infatti, aveva modificato il bando originario del 2017 (redatto sotto la presidenza Bartomeu) eliminando requisiti tecnici stringenti, così da permettere a Limak di concorrere.
La scelta finale, basata più sulla promessa di rispettare i tempi e sulla solidità finanziaria che sulla qualità tecnica, ha generato critiche e dimissioni. Oggi, con i ritardi e le incertezze che si accumulano, quella decisione appare sempre più come un errore che continua a gettare ombre sul futuro del Camp Nou.
LEGGI ANCHE – Calendario Liga 2025/2026: date, orari, partite, risultati, classifica
Ultime notizie Calcio Estero: tutte le novità del giorno provenienti da tutto il mondo
Danilo inarrestabile, ha vinto anche il Brasilerao: è il 30esimo titolo in carriera. Si fermerà oppure continuerà ancora nel prossimo futuro?