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Capello: «Contento del ritorno di Mourinho. Rischi? Roma brucia tutto»

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L’ex allenatore e ora opinionista Fabio Capello ha parlato del ritorno di Mourinho in Italia sponda giallorossa, dove lui ha allenato

L’ex tecnico della Roma, tra le altre, Fabio Capello ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport di Jose Mourinho. Ecco le sue parole.

SORPRESO – «Sì, ma mi fa piacere che José sia tornato in Italia. E’ un elemento di positività per il nostro campionato»

LOGICA – «È una mossa interessante sotto due aspetti: la proprietà dà un segnale importante a tutti i livelli e lui, con tempestività, ha colto al volo un’occasione di alto profilo. Non c’erano molte panchine libere di un certo livello e la Roma era una di queste»

MOU ROMA – «Significa che la società vuole un allenatore di primissimo livello. Un tecnico molto determinato. Che bada alla sostanza»

CAPELLO COME JOSE – «I tempi sono cambiati. La comunicazione, che a Roma ha un certo peso, è ancora più avvolgente. Quando arrivai io, c’erano le radio a orientare gli umori. Oggi ci sono anche i social. Proteggere la squadra è più complicato. Sul piano tecnico, la mia mission e quella di Mourinho possono avere alcuni punti in comune: esperienza, determinazione, idee chiare»

COSA PORTA MOURINHO A ROMA – «Secondo me la squadra è buona. Con due o tre pedine può essere competitiva. Se non avrà le coppe internazionali, paradossalmente questo sarà un aspetto positivo. Mourinho potrà allenare meglio e incidere di più. Può ripetersi quello che è avvenuto all’Inter in queSta stagione: fuori dall’Europa, si è dedicata al campionato. Un problema importante che Mourinho dovrà risolvere è quello degli infortuni. Alla Roma hanno pensato che la soluzione fosse quella di cambiare medici e fisioterapisti, ma io ritengo che dipenda dalla preparazione, dall’alimentazione e dallo stile di vita dei calciatori»

SCELTA GIUSTA – «Non è una scelta: è una bordata. È un colpo di grandissimo effetto che a Roma ha scatenato subito l’entusiasmo. Non ci sono più scusanti. La Roma ha un signor allenatore, un numero uno, un professionista che ha vinto e ha esperienza. Mi piaceva anche il tecnico attuale Fonseca, persona perbene, un signore, ma troppi infortuni»

RISCHI – «Roma brucia tutto. È la città più bella del mondo, ma anche quella in cui nel calcio è estremamente difficile lavorare. Non c’è molta pazienza, contrariamente a quanto si creda in giro. Non si valuta molte volte la ragione di una sconfitta. La chiave di tutto è avere uno staff solido e crearsi un gruppo di giocatori schierato compatto dalla parte dell’allenatore. Un gruppo unito contro tutto e tutti. Io feci così. Poi, ovvio, è fondamentale la società: l’allenatore va sempre sostenuto e bisogna impedire che dietro le quinte qualcuno approfitti delle difficoltà per alimentare il dissenso»