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Cristiano Ronaldo alla Juve: colpo di mercato o follia assoluta?

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Cristiano Ronaldo alla Juve: contratto, stipendio, trofei e l’ossessione della Champions League. L’arrivo di CR7 è un’opportunità o una follia?

Un uomo come Cristiano Ronaldo, che nella sua straordinaria carriera è riuscito nell’impresa di vincere cinque Palloni d’Oro, cinque Champions League, un Europeo con il Portogallo, tre Premier League, una Coppa di Inghilterra, due coppe di Lega Inglesi, due Supercoppe d’Inghilterra, due Liga, due Coppe di Spagna, due Supercoppe di Spagna, tre Supercoppe Europee una Supercoppa di Portogallo e quattro Mondiali per Club, si commenta da solo. Il suo palmares si racconta in 316 caratteri. Ma Cristiano Ronaldo è molto, molto di più. Ha trascinato l’ultimo Manchester United vincente di Sir Alex Ferguson, ha elevato il Real Madrid ad una dimensione aurea, ha contribuito a far trionfare il Portogallo agli Europei di Francia 2016. Ma più semplicemente è diventato un’icona del calcio mondiale. Che rimarrà impressa sui libri di storia, al di là dei trofei vinti. CR7 è un monumento sportivo vivente. E nemmeno lo scorrere inesorabile degli anni potrà strappargli la fama che si è costruito con una vita di sacrifici folli. Con una carriera di fatica e bellezza, la bellezza che emana in ogni singolo allenamento. E soprattutto in partita. Un animale da palcoscenico senza eguali, che la Juve sta per strappare al Real Madrid per una cifra da far girare la testa: 100 milioni per il cartellino, con annesso ingaggio da 30 milioni di euro a stagione per quattro anni al giocatore. A Madrid c’è chi trema e chi inizia già a rimpiangerlo. A Torino, invece, c’è solamente spazio per i sogni. Ma l’operazione che sta portando Cristiano Ronaldo alla Juve è un mix di due componenti: può rivelarsi il più grande colpo della storia del calcio, ma anche la follia di mercato più estrema.

Cristiano Ronaldo alla Juve: i tre motivi che possono renderlo un grande colpo di mercato

  1. Dal punto di vista squisitamente tecnico, per la Juve di oggi, l’affare Cristiano Ronaldo è indiscutibilmente vantaggioso. Tatticamente non ha alcun bisogno di essere presentato. Così come nessun allenatore al mondo ha il compito di spiegargli qualcosa (l’ultimo che lo ha fatto, Rafa Benitez, in sei mesi si è ritrovato dal Real Madrid al Newcastle, retrocesso in Championship). Massimiliano Allegri ha in mente di farlo giocare da numero nove, al centro dell’attacco. Che sia 4-3-3 o 4-2-3-1 poco cambia. Cristiano Ronaldo dove lo metti sta. E ci sta pure bene. Può garantire gol, assist e movimenti indispensabili su tutto il fronte offensivo. Alla Juve versione 2018-2019 garantisce un indubbio salto di qualità.
  2. Cristiano Ronaldo alla Juve non è solo un colpo tecnico o tattico. Perché l’asso di Madeira porta in dote una mentalità vincente, da professionista esemplare, che torna sempre utilissima all’interno di uno spogliatoio. CR7 è un fenomeno e la squadra crescerà con lui. I singoli, soprattutto i più giovani, avranno un modello da seguire. Uno stimolo continuo per alzare l’asticella giorno dopo giorno. Lo spogliatoio della Juve, negli ultimi due anni, ha perso prima Bonucci e poi Buffon. E non solo Buffon, perché anche Lichtsteiner e Asamoah, due pretoriani del mondo bianconero, hanno salutato la truppa. Chiellini e Barzagli necessitano di un supporto, di un leader che possa prendere subito per mano il gruppo. Sottrarlo al Real Madrid poi, diretta concorrente per la Champions League, non può che avere benefici nell’immediato. E anche sul lungo periodo.
  3. Fra i vantaggi si passa, inevitabilmente, ad affrontare la questione del ritorno commerciale e di immagine. Basta prendere in mano, per esempio, i numeri dei social network per rendersi conto della grandezza di Cristiano Ronaldo: la Juve su Twitter ha 6 milioni di follower, CR7 74 milioni. Su Facebook la Juve ha 33 milioni di follower, Cristiano Ronaldo ne ha 122 milioni. Idem dicasi per Instagram: la Juve ha 10 milioni di follower, Cristiano Ronaldo ne ha 133 milioni. Cristiano Ronaldo non è una semplice azienda, è una multinazionale. Un grimaldello che può ulteriormente incrementare la popolarità del brand, l’appetibilità del marchio Juve all’estero e aprire nuovi orizzonti di mercato anche in altri sport, sul solco di Barcellona e Real Madrid, due esempi sul fronte del merchandising.

Cristiano Ronaldo alla Juve: i tre motivi che possono renderlo la follia di mercato più estrema

  1. Innanzitutto, fra gli svantaggi che possono maturare nell’operazione di Cristiano Ronaldo alla Juve balza subito all’occhio la componente anagrafica. La Juve sta per chiudere un colpo da 100 milioni di euro. Assicurandosi un giocatore di 33 anni, che verrà blindato per quattro stagioni. Detto dello straordinario stato di forma di CR7, con l’età non si può comunque scherzare. Un infortunio può mettere a repentaglio la carriera di un giocatore di movimento, che seppur indistruttibile rischia sempre di dover far fronte ad un problema fisico molto serio. Un esempio su tutti è Zlatan Ibrahimovic: frattura scomposta del legamento crociato del ginocchio destro lo ha trasformato da giocatore stellare del Manchester United a ombra di se stesso. Costringendolo ad un letargo forzato negli Stati Uniti. Cristiano Ronaldo, in questo senso, rischia di non essere un investimento tecnico, ma soltanto un costo.
  2. Poi c’è un equilibrio che, alla Juventus, può definitivamente saltare per aria: quello dello spogliatoio, che era già stato messo a dura prova con l’acquisto di Gonzalo Higuain dal Napoli nell’estate del 2016. I giocatori più pagati sono il Pipita e Paulo Dybala, che finiscono per percepire quasi otto milioni di euro a stagione, bonus compresi. Per quanto uno spogliatoio possa essere maturo e navigato, la sensazione di avere a che fare con un collega illustre come Cristiano Ronaldo, che però finirebbe per percepire 30 milioni di euro a stagione, può diventare un rischio. Un rischio che la Juve vuole correre, ma che rappresentare una scommessa già persa in partenza. Oltretutto, il solo CR7, non può garantire da solo i trofei che il club vuole continuare ad inseguire, Champions League compresa. Nel calcio vince sempre il collettivo, mai il singolo. Senza i fenomeni come Modric, Isco e Kroos, ma pure senza i gregari Casemiro, Nacho e Carvajal il solo Cristiano Ronaldo non avrebbe mai vinto nulla. E senza il prode Eder, onesto attaccante ma oggettivamente neanche lontanamente all’altezza del fenomeno cresciuto nello Sporting Lisbona, il portoghese non avrebbe conquistato nemmeno gli Europei di due anni fa. Higuain stesso non ha garantito, da solo, i trofei che la Juve ha conquistato nell’ultimo biennio: l’all-in sul Pipita, non pienamente ripagato sul campo (non è stato drasticamente più incisivo dei low-cost Morata e Tevez), è un insegnamento da tenere bene a mente…
  3. In ultima istanza fa specie una improvvisa, quanto brusca, inversione di rotta della Juventus, che in questi anni è stata maestra nella progettualità. Sergej Milinkovic-Savic e Mauro Icardi, che carta d’identità alla mano possono garantire un investimento sicuro sia dal punto di vista tecnico che da quello squisitamente economico, sono state piste battute, ma poi abbandonate dalla dirigenza. Che ha scelto la strada più semplice, quella dell’acquisto dal rendimento sicuro nell’immediato e allo stesso tempo in grado di fare impazzire i tifosi. La Juventus ha sempre guardato con un occhio il bilancio e con l’altro le esigenze del campo. Per costruire una realtà che potesse durare nel tempo. E l’acquisto di Cristiano Ronaldo, in questo senso, può rappresentare una fonte di preoccupazione. C’è chi spera di scongiurare l’ipotesi di un Psg 2. E c’è chi ha ancora in mente gli incubi della gestione Moratti in casa Inter. Se CR7 resta uno strappo alla regola, ben venga. Ma se l’usato sicuro diventa una consuetudine allora il rischio di sperperare il plusvalore creato nell’ultimo decennio da Andrea Agnelli e dalla dirigenza rischia di diventare concreto. E i soldi, si sa, è sempre più facile perderli che guadagnarli.