Di Canio: «Audio su Mourinho? Non devo chiedere scusa a nessuno. Ecco la verità»
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Di Canio: «Audio su Mourinho? Non devo chiedere scusa a nessuno. Ecco la verità»

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In un intervista per Il Corriere dello Sport, Paolo Di Canio dice la sua sull’audio in cui critica Mourinho e commenta la stagione della Lazio

Nella giornata di ieri è circolato un audio whatsapp in cui Paolo Di Canio commentava con toni coloriti l’ingaggio di Mourinho da parte della Roma, definendolo «il peggio del peggio» e «cercava la panchina coi soldi». L’ex Lazio ha rilasciato un’intervista a Il Corriere dello Sport per chiarire la sua posizione, parlando poi della Lazio e di Simone Inzaghi.

AUDIO – «Prima cosa, non devo chiedere scusa a nessuno. Premetto che nelle conversazioni private faccio come mi pare. Nessuno si può indignare, neanche i benpensanti che si stanno scatenando adesso, immagino cosa dicano privatamente nelle loro conversazioni. E non accetto insegnamenti. Seconda cosa: quell’audio circolato ovunque fa parte di altri 6-7 messaggi in cui dico altre cose molto positive di Mourinho e che non vanno in contraddizione con quanto si sente nel file. Ci sono i vocali, non li divulgo perché privati. La vigliaccheria è che hanno fatto girare solo quello».

SFOTTÒ – «E’ una storia ridicola e anche patetica. Capisco come funziona il mondo, ma non ci sto a questa forma di comunicazione. Si parlava anche per divertimento, per prenderci in giro con un amico storico. Un po’ quelle cose le pensi, non in quei termini. Non sono tifoso della Roma, certo. Ma sono scevro da condizionamenti. Mi piace il calcio, continuo ad amarlo follemente. Ho esaltato il gol di Dzeko in Europa. Sono stato calciatore e tifoso, non vado in giro con la sciarpa giallorossa. Ho 53 anni, non faccio campanilismi, non è più il mio modo di pensare. Faccio comunicazione, mi piace trasmettere la mia competenza che non è legge».

AMICO – «Cra è un diminuitivo, ieri (martedì, ndr) parlavo in velocità, goliardicamente, con una persona che ritengo un amico, è tifoso romanista. Sono cose che ho già detto in tv, nella conversazione ho usato un linguaggio poco edulcorato. Sono cose che dico da tre anni di Mourinho. Avevo finito di giocare a padel, entravo in macchina, mi ero stirato ad un polpaccio. Ho risposto ad un messaggio camminando. Mi arrivavano vocali del tipo “vinciamo lo scudetto”, “facciamo il Triplete”, “annamo a vince”. La mia risposta è stata colorita. Il mio amico ha controrisposto “hai ragione, ma alla Roma serve entusiasmo”. Ho aggiunto “questo è giusto, Mourinho porta entusiasmo».

MOURINHO – «Si parlava di Sarri, del bel calcio. Io dico che Mourinho ha perso appeal. Non mi sembra abbia più la forza, l’energia, per stare h24 al top level. Per la Roma, dopo Fonseca, non c’era di meglio dal punto di vista dell’immagine. La mia battuta voleva anche significare “non vincerà lo scudetto”, magari lo vince. Che ne so? Con questa Roma si può arrivare tra le prime 6 a occhi chiusi, lui ti dà due posizioni in più. E magari si gioca la Coppa Italia».

POVERINO – «Ho detto “poverino”, non era per sminuire. Ma quale poverino, Mourinho ha una statura, guadagna milioni su milioni. Da sempre, quando divideva la scena con Guardiola, l’ho sempre indicato come numero uno. Ma non per il gioco, bello o meno che fosse, ma per come faceva gruppo, per l’intensità del lavoro, per l’armonia nello spogliatoio».

NON PIÙ SPECIAL ONE – «La sensazione è che non ha più quell’energia e quella pazienza per creare gli ambienti alla Mourinho. Al Chelsea è stato mandato via per un mix di situazioni, risultati mancanti e rapporti con la squadra. Allo United ha avuto problemi con Pogba, sono cose pubbliche, anche con Mkhitaryan. Al Tottenham è stato esonerato perché è arrivato settimo e per i rapporti. Dopo aver perso contro il Liverpool, quando si giocava il primo posto, ha iniziato a fare polemica con i giocatori e la squadra è crollata. Cose non da lui. Su Sky, nel programma di Premier League, da due anni, a malincuore, dico che Mourinho ha consumato energie, mi dà l’idea che non sia stato capace di calarsi in una dimensione diversa rispetto al passato, cioè di lottare per posizionamenti e non più per vincere. Da qui la sua frustrazione. Come i grandi giocatori anche i grandi allenatori possono avere una fase discendente. Erano psuedo-messaggi. Dico “non gli pare vero della Roma” nel senso che dopo tre esoneri a quei livelli, passando altri mesi, sarebbe stata dura trovare una città e una società importanti come la Roma, per di più un club che gli ha affidato un progetto. Non l’ho detto per sminuire la Roma bensì il contrario. Anni fa avrei detto Mourinho è un lusso per la Roma, ora dico che la Roma è un lusso per Mourinho».».