Di Livio sulla Juve: «Con Spalletti si è rivista serenità e voglia di fare bene. Io penso che i bianconeri...» - Calcio News 24
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Di Livio sulla Juve: «Con Spalletti si è rivista serenità e voglia di fare bene. Io penso che i bianconeri…»

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Di Livio, ex bandiera della Juve, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione sul momento de bianconeri in vista del derby

Angelo Di Livio, ex bandiera della Juventus, esprime la sua soddisfazione per la “nuova” Juventus di Spalletti, ammettendo che il sereno è tornato a Torino dopo un periodo “strano” e uno “scollamento generale” nella gestione precedente. Ecco la sua intervista a Tuttosport.

SERENITA’ – «Qui a Roma c’è un sole splendido, ma mi sembra che anche a Torino sia tornato il sereno».

CONTRO LO SPORTNG – «C’è stata una partenza un po’ così, si è notata. Poi però ho visto una buona Juve».

LA COSA MIGLIORE – «C’era carattere. Voglia di vincere. E per questo credo che siamo sulla buona strada. Anche se molti aspetti sono ancora da correggere…».

COSA STA DANDO SPALLETTI – «Convinzione. Mi sembra il termine migliore. Vedendo anche Koopmeiners in quella posizione, vedendo questo grande Vlahovic. Ma in generale la vedo in tutti, pare abbiano una motivazione differente».

L’ESONERO INCIDE – «Guardi, un allenatore esonerato è una sconfitta per un giocatore. Io la percepivo così e ti fa sentire molto in colpa. E allora sì, magari scatta questo».

TUDOR – «Innanzitutto, mi dispiace. Ho visto una squadra un po’ piatta. Eppure all’inizio c’erano buone cose. Poi è mancata la reazione, né ho rivisto la cattiveria di vincere o di pareggiare. Ora su Spalletti aspetterei a dare un giudizio positivo, però è indubbio l’aspetto caratteriale: c’è voglia di fare risultato. Del resto, Luciano lo conosciamo: è un martello, un perfezionista, vuole le cose fatte bene».

LA DIFESA A TRE – «Se cambierà, lo farà col tempo. A Cremona ho visto una gran bella Juve ed era schierata con il 3-5-2. Con il 3-4-3 non è partita bene e ha sofferto molto pure a centrocampo, quindi si sono risistemati. Più andrà avanti e meglio conoscerà i giocatori: lì capirà l’idea giusta per correggere qualche errore visto con lo Sporting. Ma la qualità per giocare a 4 dietro sì, ce l’ha».

KOOPMEINERS – «Beh, ha fatto più in due partite che in un anno e mezzo. Mi piace perché comunque è bravo in fase difensiva, sa fare proprio il braccetto. E poi, partendo da lontano, non ha marcatura: si inserisce, fa superiorità numerica. Una bella genialata, quella di Spalletti».

VLAHOVIC – «Iniziamo da qui: che non stesse rendendo al meglio, lo sapeva anche lui. Adesso lo vedo più reattivo, più partecipe. Poi Spalletti l’ha già valorizzato a modo suo… Il tecnico vuole la verticalizzazione diretta sull’attaccante, dunque è più coinvolto. Non solo: ora va forte in area, deve farlo. E deve continuare così, perché in questo modo riesce a fare la differenza per sé e per l’intera squadra. A volte mi dicono: “La punta deve essere messa in condizione di segnare”. Io sorrido. È anche la punta a doversi mettere in condizione. Muovendosi, e muovendosi bene. In tante partite Dusan non l’ha fatto».

UN CICLO CON SPALLETTI – «Parliamo di Spalletti, eh. Mica dell’ultimo arrivato. A Roma s’inventò Perrotta trequartista, Totti attaccante. Ha visioni particolare e gli piacciono i giocatori tecnici. Ora è alla Juve: deve essere consapevole che a Torino deve tornare a vincere, il club vuole assolutamente farlo».

LO SCUDETTO – «Credo che a Torino la parola “scudetto” non debba mai suscitare paura. E ho detto tutto. Non sarà una rosa da primo posto, ma nel cammino può acquisire quella mentalità, quella forza. Abbiamo visto cose particolari, negli anni. Ricorda il Leicester di Ranieri? Come si faceva a immaginare quel successo? Percorso, lavoro e fortuna: sono gli ingredienti. La Juve è lì, deve crederci».