Dybala show: quanti ne segnerebbe da prima punta? - Calcio News 24
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Dybala show: quanti ne segnerebbe da prima punta?

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Il gioiello bianconero è letteralmente indemoniato: otto gol in quattro partite, la Juventus vola con un Dybala in formato super

La meravigliosa tripletta rifilata al Sassuolo – ci torneremo a breve – porta Paulo Dybala ad otto reti nella classifica marcatori dell’attuale edizione della Serie A: i numeri sono di inestimabile fattura se analizzati nel dettaglio, ossia rapportati ai minuti effettivamente disputati dal fenomeno argentino in campionato. Per la precisione 301: Dybala dunque sta segnando alla media di un gol ogni 38 minuti. Sì avete inteso bene: trentotto minuti. Un rendimento spaventoso, illogico, irreale. E ci sarebbero da aggiungere le due firme in Supercoppa Italiana contro la Lazio: quando siamo appena a metà settembre il funambolo sudamericano della Juventus ha già timbrato dieci volte il cartellino. E non gioca da prima punta, ma nella batteria di trequartisti a supporto dell’unico riferimento offensivo Gonzalo Higuain.

Fantascienza Dybala

Basterebbe quanto appena asserito per salutarci qui e comprendere a pieno la portata di questo calciatore così distante dalla norma dei suoi colleghi. La tripletta del Mapei Stadium si porta dietro qualcosa di magico: il primo gol arriva in una situazione di gioco in cui la scelta del tiro appare la meno probabile. Lui invece riceve il pallone e centra l’angolo opposto senza neanche guardare la porta, né tantomeno il portiere avversario: tanto, una volta centrato quell’angolo di tiro, è impossibile che un portiere possa arrivarci o che la porta possa come d’incanto spostarsi. La seconda rete, ribattezzata da calcetto, ha in sé quell’astuzia propria alle prime punte di ruolo: quando, asfissiate dalla marcatura dei difensori, sono costrette a prendere una decisione in men che si dica. In un mero istante sei chiamato a battere sul tempo il tuo avversario, o meglio a battere il tempo stesso. Quel magistrale colpo di punta frega tutti, lascia chi gli sta intorno senza parole, senza l’opportunità di poter reagire. La scena si completa con l’immancabile colpo da piazzato: Dybala ha Pjanic vicino al momento del tiro, il maestro dei colpi di punizione. Il bosniaco lo guarda ma lui non si lascia suggestionare, anzi imprime la sua personalità sul corso della partita, con il Sassuolo che aveva appena dimezzato lo svantaggio e si faceva pericolosamente sotto: nessun problema, ci pensa la Joya, barriera scavalcata e soluzione perfetta lì dove un esausto Consigli non può proprio arrivare.

Dybala prima punta?

Non soltanto una tripletta dunque, sarebbe banale del resto per uno come lui, ma una tripletta di enorme fattura qualitativa per le fortune della sua Juventus: tre colpi differenti a dimostrazione di un repertorio oramai totale, effettuati in situazioni differenti di partita e contesto. Delle statistiche vi abbiamo riferito tutto e sono ovviamente da considerare mostruose. Al punto da farci sorgere una domanda probabilmente altrettanto surreale ma degna di essere riportata in tale sede: quanto segnerebbe questo qui se impiegato nel ruolo di prima punta? L’ipotesi nei fatti è tutt’altro che da scartare: Paulo Dybala nasce in quel ruolo, giunge in Italia al Palermo con quella specifica mansione, in maglia rosanero gioca da centravanti al punto da costringere uno del calibro di Belotti alla panchina, arriva a Torino con questo ruolo. Lo afferma del resto il suo allenatore Massimiliano Allegri in una delle sue prime interviste in merito: “Dybala è una prima punta, ha determinate caratteristiche tecniche, in una squadra di massimo livello però è difficile che possa svolgere questo ruolo, infatti glielo sto cambiando e questo richiede tempo“. Siamo ad ottobre 2015, sono i primi passi dell’argentino in maglia bianconera e non si fa mistero della situazione: Paulo Dybala è un centravanti e l’intento di Allegri è quello di utilizzarlo da seconda punta, switch che richiede i tempi standard di lavoro ed adattabilità. Con il 4-2-3-1 poi scalerà addirittura sulla trequarti, con i risultati che ancora una volta danno ragione alle scelte dell’allenatore. Ma, visto così oggi, con questa freddezza negli ultimissimi metri, siamo certi che la tentazione di riportarlo nella sua versione originaria non abbia preso spazio nella mente di Allegri?

Juventus ridisegnata

A farne le spese sarebbe clamorosamente Gonzalo Higuain, l’acquisto da novanta milioni di euro, quello per cui si è fatto di tutto, anche versare una clausola rescissoria così onerosa per un calciatore comunque prossimo ai ventinove anni, pur di garantirsene le prestazioni. Quello chiamato ad elevare lo spartito, a puntare a tutti gli effetti al grande incubo di casa Juventus, quella Champions League sfiorata negli ultimi anni ma mai riportata a casa. Nell’attuale 4-2-3-1, si dovesse realmente verificare la suggestiva ipotesi che abbiamo presentato, Dybala sarebbe il riferimento offensivo ed il grande acquisto dell’ultima estate bianconera – Federico Bernardeschi, ad ora inutilizzato ma prelevato dalla Fiorentina per una cifra complessiva di circa 45 milioni di euro – prenderebbe il posto dell’argentino sulla trequarti. Non che la Juventus si venga a trovare scoperta insomma. E non che il sacrificio dell’impacciato Higuain visto all’opera in avvio di stagione possa provocare un pianto dirotto per chi ha a cuore le vicende bianconere. Intendiamoci: oggi l’ipotesi dell’esclusione di Higuain dalla pianta stabile della Juventus non è presa in considerazione. Ma, vivetela come una provocazione, alla luce di tutto quanto appena esplicato non sarebbe poi così surreale.

https://www.youtube.com/watch?v=pBAUs-indco