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2013

E’ Lazio di coppa: seconda a metà campionato, il derby riabilita Petkovic

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petkovic aquila ifa

Da ritenersi positivo il battesimo italiano del tecnico croato

Stagione a due volti quella della Lazio di Petkovic: il tonfo in campionato registrato nel girone di ritorno ha vanificato la partenza sprint e relegato i biancocelesti addirittura ad un deludente settimo posto che al netto del successo in Coppa Italia avrebbe estromesso la squadra dalle competizioni europee. Non è andata così, il derby di fine stagione è storia nota ed è proprio la Lazio ad accedere alla prossima Europa League.

LAZIO FORMATO COPPA – Vittoria della Coppa Italia meritata dopo un cammino in cui la squadra di Petkovic è stata in grado di eliminare dalla contesa la Juventus campione d’Italia: il peso che l’allenatore croato ha dimostrato di dare alla coppa nazionale e all’Europa League – competizioni spesso erroneamente snobbate dalle squadre d’elite del panorama nazionale – è stato unico in tal senso, la Lazio ha affrontato con impegno massimo i suoi tre fronti e, alla luce di una rosa non propriamente adeguata in termini di risorse alternative, è stato proprio questo il fattore alla base del ridimensionamento in campionato. Encomiabile la banda Petkovic in Europa League, dove già dal girone ha manifestato una netta diversità d’approccio rispetto a Napoli ed Udinese in primis, fermandosi soltanto ai quarti di finale contro il Fenerbahce penalizzata anche dalla sfida di ritorno a porte chiuse.

IL CROLLO IN CAMPIONATO: SECONDA AL GIRO DI BOA – Al termine del girone d’andata la Lazio chiudeva seconda alle spalle della capolista Juventus, con 39 punti all’attivo – per intenderci due più del Napoli e quattro rispetto alla Fiorentina – e dunque con una prospettiva, se non da secondo posto, quantomeno da primi cinque posti della classifica. Disastroso invece il girone di ritorno: soltanto ventidue i punti (media di 1.15 punti a gara, andamento che a malapena garantisce la salvezza) e ben nove sconfitte in diciannove partite. Non soltanto l’inadeguatezza numerica della rosa alla base del crollo verticale: la Lazio segna poco (51 le reti all’attivo, dato deficitario se paragonato alle 73 del Napoli, 72 della Fiorentina, 71 di Juve e Roma e 67 del Milan), è stato così anche nel girone d’andata e soltanto una difesa insuperabile aveva palesato i limiti complessivi della proposta di gioco. Quando la difesa, anche a causa di pesanti assenze che a rotazione hanno inciso sul pacchetto arretrato, ha fatto acqua ecco che la media punti si è improvvisamente ridimensionata.

OCCHIO AL FUTURO – La Lazio riparte da Petkovic e di questo c’è ragionevole certezza: nonostante il settimo posto la stagione d’esordio dell’allenatore croato è da ritenersi positiva per il buon impatto con il nostro torneo e soprattutto per la personalità con cui ha condotto la squadra nelle tre manifestazioni, peraltro centrando un trofeo alla sua prima italiana. La rosa va completata ed adeguata: la conferma di Marchetti dovrà essere il primo cardine di una difesa a cui basta qualche ritocco in chiave numerica per risultare senz’altro competitiva, stesso discorso può essere applicato al centrocampo. E’ nel settore offensivo che dovranno inevitabilmente arrivar rinforzi pesanti: il solo Klose, complice una carta d’identità non più così giovane e qualche acciacco fisico di troppo non può più bastare, occorre qualcosa di più convincente rispetto ai buoni Floccari e Klose per rilanciarsi ad alti livelli in campionato e nel complesso sui tre fronti di una stagione decisamente impegnativa.