Fatte in fotocopia: la Spagna dei piccoli splende come quella dei grandi - Calcio News 24
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2013

Fatte in fotocopia: la Spagna dei piccoli splende come quella dei grandi

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isco malaga spain

Clamorosa dimostrazione di forza ad Euro2013: i ragazzini terribili dell’under 21 e la continuità iberica

L’Europeo under 21 va alla Spagna che bissa meritatamente il successo del 2011 e conferma l’intero movimento calcistico iberico sulle vette del panorama mondiale. Uno spettacolo di squadra: i ragazzini terribili impartiscono una lezione di calcio alla forte Italia di Mangia ricalcando in pieno le modalità dominanti della nazionale maggiore.

NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’ – La prima considerazione che balza all’onore delle cronache è la consistenza del dominio spagnolo: la nazionale A ha centrato gli ultimi due trofei europei (2008 e 2012), intervallati dalla conquista del Mondiale sudafricano nel 2010. Uno strapotere fatto di qualità, talento, palleggio e pressing alto: totale controllo delle operazioni e personalità nei momenti decisivi completano un quadro perfezionato dai successi in campo internazionale ottenuti dal modello Barcellona. Ciclo iberico destinato a scomparire? Neanche per sogno. Buona parte dei componenti chiave della nazionale maggiore è ancora nell’età calcistica migliore e dunque in piena evoluzione, ma ad ogni modo sono già pronti i ricambi: quanto mostrato dalla nazionale under 21 negli ultimi anni consente di affermare con ragionevole certezza la bontà di un progetto destinato a persistere nel tempo.

SPETTACOLO IN ISRAELE – Nel campionato europeo 2013 la Spagna dei giovani non ha fallito un colpo: otto reti all’attivo, e nessuna subita, fino alla finale con l’Italia, nettamente dominata sul piano della prestazione con dimensioni che vanno oltre il 4-2 finale. Modalità di gioco identica alla squadra di Del Bosque: precisione e costanza nel palleggio, accelerazioni improvvise e difficilmente leggibili dalle retroguardie avversarie. Non manca l’esaltazione dei singoli: Isco è un calciatore totale pronto per i palcoscenici più accreditati, Thiago Alcantara re della finale con la sua eccezionale tripletta, Morata per la prima volta non va a segno ma mette in luce tutto il suo enorme talento e dinamismo, fino ai vari De Gea, Montoya, Koke, Tello e quel Muniain accomodato in panchina e segnale più forte dell’eccellenza dell’organico. In tal senso ottimo il lavoro di Lopetegui proprio nella direzione della continuità e del futuro ricambio generazionale.

L’ESPERIENZA ITALIANA: TUTTO DA SALVARE – Premessa d’obbligo: l’Italia ha raggiunto il massimo a cui si poteva ambire in tale competizione, di un altro pianeta la Spagna. Dunque l’esito sfavorevole della finale – unito a dire il vero ad una prestazione poco convincente in termini di equilibrio complessivo – non può e non deve macchiare quanto di ottimo mostrato fino ad allora: squadra che aveva subito una sola rete, peraltro da discutibile penalty contro la Norvegia, ed estremamente valida in termini di costruzione delle trame offensive. Non al massimo Verratti dopo una stagione decisamente rivoluzionaria per la sua ancor giovanissima carriera, bene hanno fatto gli attaccanti, alla ricerca dei prossimi step evolutivi nel percorso della loro crescita. Dopo gli anni d’oro dal 1992 al 2004 la flessione era stata netta: l’inversione di tendenza sembra essere arrivata e a gioire dell’ottima notizia è l’intero movimento calcistico italiano.