Gullit: «Il Milan è irriconoscibile, deve ritrovare il proprio DNA, l'esempio è il Barça, Da Cruijff in poi...»
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Gullit: «Il Milan è irriconoscibile, deve ritrovare il proprio DNA, l’esempio è il Barça, Da Cruijff in poi…»

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Le parole di Ruud Gullit, ex calciatore del Milan, sulle difficoltà dei rossoneri in questa stagione, ma anche su Champions, Scudetto e soprattutto DNA calcistico

Ruud Gullit ha parlato a la Gazzetta dello Sport in occasione della sfida di Coppa Italia Inter Milan di questa sera, occasione per i rossoneri per salvare la stagione, fino a questo momento molto negativa. Di seguito le sue parole.

SERVE LA COPPA ITALIA PER SALVARE LA STAGIONE DEL MILAN – «Se il Milan vuole salvare la stagione deve vincere la Coppa Italia. È un trofeo e vale l’accesso all’Europa League, che oggi è fuori portata. La Supercoppa? Sì, è arrivata, ma è stata una sorpresa, quasi isolata, e ormai sembra un ricordo. I tifosi non sono contenti, né del gioco né della situazione. Mi ricordano i tifosi del Chelsea, un altro club a stelle e strisce, che ora si chiede: “Cosa sta succedendo?”».

DALL’ALTRA PARTE C’È UN’INTER SOLIDA E COERENTE – «Esatto. L’Inter è una squadra riconoscibile, con un’identità chiara, in campo e fuori. C’è una filosofia precisa, un Dna visibile: tutti sanno cosa aspettarsi dall’Inter».

CHE IDEA SI È FATTO DI SERGIO CONCEIÇÃO AL MILAN – «Non sta a me giudicare se deve restare o meno, ma ha preso la squadra in un momento complicato. Vincere la Supercoppa è stato un colpo di fortuna, nessuno se l’aspettava, e poteva essere una base, ma non è successo. Il Milan deve andare in Champions, altrimenti non si può parlare di stagione riuscita. Quello è il suo palcoscenico naturale».

14 SCONFITTE: TROPPE PER UNA BIG. – «Tante, troppe. Dispiace per i giocatori, ma soprattutto per i tifosi. È dura. Questo Milan è irriconoscibile. I tifosi vogliono continuità, non una bella partita ogni tanto e poi tante difficoltà».

CHE FUTURO VEDE PER IL MILAN – «Non lo so. Sono stato a vedere Milan-Genoa prima di Natale, ed è stato orribile. Il milanista fatica a riconoscere questa squadra. Serve ritrovare l’essenza, il proprio stile. Penso al Liverpool: via Klopp, dentro Slot, ma l’identità resta. Il Milan deve decidere chi vuole essere e scegliere tecnico e giocatori di conseguenza».

SCUDETTO: INTER O NAPOLI – «Sarà durissima. Conte e Inzaghi hanno lo stesso sistema, squadre solide e riconoscibili. Quando le affronti sai cosa aspettarti. E se sei tifoso, lo stesso. Ma l’Inter ha tre competizioni, il Napoli solo il campionato: può fare la differenza».

IL BARÇA RIMANE FEDELE A SE STESSO – «Sempre. Da Cruijff in poi non ha mai rinnegato il proprio Dna, nemmeno nei momenti bui. Hanno fatto errori, certo, ma non hanno cambiato idea. E nei guai economici sono tornati alla cantera, ai giovani cresciuti con un’identità forte. Lo stesso è accaduto all’Olanda. Quando affondi, risali con ciò che ti rappresenta».

COME VEDE LE SEMIFINALI DI CHAMPIONS – «Molto equilibrate. Le quattro semifinaliste giocano un calcio offensivo, ma l’Inter è la più prudente, e forse la più pericolosa. Il 3-5-2 di Inzaghi punta su una difesa solida, ma attacca anche molto bene. Barça e PSG hanno giovani fenomenali: Yamal è straordinario, e Luis Enrique ha trasformato tutto lanciando talenti come Barcola, Pacho, Nuno Mendes, Joao Neves. Mi piace anche l’Arsenal e il suo 4-3-3: forza, organizzazione, idee».

ANCELOTTI IN BRASILE – «In Brasile credono che basti la tecnica, ma non è più così. Lì serve lavoro, duro. Serve un ct che convinca i giocatori a impegnarsi davvero, altrimenti si perde il controllo. Ho visto la partita contro l’Argentina: terribile. Se Carlo accetta, avrà un lavoro infernale. I brasiliani sono esigenti, e non vincono da troppo tempo. Non basta dire “è il Brasile” per sistemare tutto».