Italia, Prandelli: "Si pensa troppo al risultato, io voglio il gioco" - Calcio News 24
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2012

Italia, Prandelli: “Si pensa troppo al risultato, io voglio il gioco”

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ITALIA PRANDELLI – E’ un’intervista esclusiva quella rilasciata dal c. t. dell’Italia Prandelli ai francesi di Zone Mixte. Calcio News 24 ha il piacere di proporvela integralmente in lingua italiana. Tanti gli argomenti trattati dal selezionatore azzurro: si parla senza veli.

“Io uomo di campo? E’ vero, mi piace sentire sempre l’odore dell’erba, sentire che intorno a noi c’è verde, avete avuto una buona idea a intervistarmi qui a Coverciano. Il bel gioco mostrato dai miei azzurri agli Europei? Siamo orgogliosi di questo, soprattutto quando certe valutazioni arrivano da persone che seguono con coscienza, con personalità, analizzando i dati. In Italia non siamo ancora pronti ad analizzare in modo così approfondito le partite, siamo ancora molto legati al risultato, però noi abbiamo dato un messaggio significativo: che possiamo arrivare al risultato anche attraverso il gioco. Noi abbiamo cercato di regalare emozioni, ci siamo riusciti e la gente ha apprezzato questo, ovviamente si gioca per vincere, però è arrivato un momento in cui anche l’Italia deve pensare di giocare bene per vincere, e non è impossibile. Dobbiamo restare attenti e prevenuti adesso, perchè non vogliamo fare delle cose straordinarie, ma vogliamo fare delle cose fatte bene ed io penso che chi indossa la maglia della Nazionale deve avere non solo responsabilità, ma deve sentirsi orgoglioso di rappresentare anche questi nostri bambini e ragazzini che sognano l’azzurro, quindi i miei giocatori devono comportarsi bene”.

Sul progetto azzurro:Siamo stati bravi ad accellerare il nostro progetto, ma ora dobbiamo essere altrettanto bravi a capire come ci siamo riusciti perchè abbiamo una qualificazione mondiale a cui io tengo molto, non è così scontata, non è così matematica e quindi dobbiamo anche da questo punto di vista migliorare sotto l’aspetto della preparazione della partita, perchè ormai quando gioca l’Italia per tutti è un risultato scontato, invece non è così, il calcio è in evoluzione, il calcio è sempre in fase di miglioramento sotto tanti aspetti e una squadra che ha un progetto, non solo tecnico, deve per forza di cose mettersi in discussione. Perchè ultimamente non c’è stato un grosso miglioramento? Per il fatto che ci sono grosse aspettative, non basta fare 15 palle gol, ma bisogna fare 3 gol: è cambiato proprio in maniera radicale il vedere la squadra non come se fosse in evoluzione, ma come se fosse già una squadra pronta. Dobbiamo stare attenti, è la verità, perchè storicamente la nazionale italiana ha sempre fatto fatica a settembre per tante ragioni, le altre squadre sono più preparate da un punto di vista fisico e poi quando c’è la voglia di rinnovare e di cambiare dopo aver fatto un Europeo importante, magari devi ritrovare quelle motivazioni forti e le motivazioni forti la Nazionale le deve trovare se ha la capacità e l’onestà di dire: ‘Sono riuscito a raggiungere dei risultati con il gioco’, quindi noi dobbiamo giocare sempre ai massimi livelli“.

Sulle difficoltà di alcuni giocatori, come Pirlo, a inizio stagione e la tattica azzura: “Ci possono stare delle difficoltà dopo una grossa competizione, ad esempio io ricordo che nell’82 i nostri campioni del mondo non si qualificarono per gli Europei: due mesi prima hai vinto la Coppa del Mondo e poi hai ricominciato a giocare per le qualificazioni europee e non ce l’hai fatta. La mia idea tattica? Un’idea diventa precisa nel momento in cui tu conosci i giocatori che hai davanti ed allora in base alle caratteristiche di questi giocatori devi disegnare un modulo tattico, non puoi essere rigido a prescindere dalle loro caratteristiche. Potrei avere un’idea di un 11 base dell’Italia, ma tante volte basta magari che due giocatori non siano in condizione e devi cambiarli, ed allora lì ti cambia anche il modulo tattico. Se vogliamo farci un complimento, la nostra bravura è stata anche quella in questi due anni di lavorare con più conoscenze, con più moduli tattici, quindi nel momento in cui abbiam deciso di cambiare, anche durante la partita, i giocatori erano pronti“.

Sulle polemiche romaniste De RossiOsvaldoZeman e, più in generale, sul rapporto con i club:Noi spesso dobbiamo cercare anche di toccare l’orgoglio dei campioni, perchè i giocatori che arrivano in Nazionale sono ovviamente giocatori importanti, loro sono stati seri da questo punto di vista, anche perchè l’accusa è stata pesante. Noi da due anni a questa parte chiediamo ai giocatori di portare il programma del post-gara, perchè le nostre convocazioni arrivano il lunedì ed ovviamente la domenica è giornata di campionato, quindi se noi conosciamo la loro metodologia di recupero, soprattutto nelle prime 48 ore dopo la partita, per noi è molto importante. Non c’è niente di strano, lo facciamo da due anni: per i primi due giorni ripetiamo gli stessi allenamenti che fanno nei club, per recuperare, poi dal terzo giorno invece abbiamo la possibilità di proporre allenamenti fisici diversi e tattici, perchè l’aspetto tattico c’è sempre”.

Sul fortissimo centrocampo della Nazionale:Quando noi abbiamo iniziato questa avventura, abbiamo cercato di capire cosa poteva esaltare le caratteristiche più importanti di questa squadra, al di là delle generosità, dell’equilibrio e dell’ordine tattico, ci siamo resi conto che potevamo avere un centrocampo forte e quindi abbiamo aggiunto anche un altro giocatore a Pirlo, De Rossi e Marchisio, che può essere Thiago Motta o Montolivo, etc. Secondo noi questo centrocampo ha tante caratteristiche: ha corsa, ha tattica, ha intelligenza, ha qualità di gioco, per cui abbiam cercato di fare molto gioco in quella zona del campo per il discorso che si faceva prima, non dobbiamo essere rigidi su un solo modulo tattico, quando hai 4-5 giocatori con delle ottime capacità e qualità, abbiamo quindi lavorato là, dimostrando di poter fare un ottimo calcio pur non essendo rigidi. Come la Juventus? Sì, ci sono dei momento in cui alcune squadre hanno delle punte forti, o dei centrali o delle seconde punte brave, in questa fase invece secondo me ci sono delle squadre che hanno molti centrocampisti che hanno caratteristiche offensive e molti giocatori che non danno punti di riferimento, quindi sono attaccanti moderni, e noi dobbiamo seguire questa strada”.

Sui ‘francesi’ Verratti, Sirigu e Thiago Motta: “Verratti? L’abbiam messo nella lista dei 30 per gli Europei, quindi avevamo visto bene, ed allora era un ragazzo che stava giocando ancora in Serie B. La cosa strana e particolare è che i nostri grandi club non sono riusciti a prenderlo ed è dovuto andare in Francia, noi di questo siamo ovviamente contenti perchè così il ragazzo può fare esperienza internazionale, però è un talento che forse andava protetto e gestito in una maniera diversa. Sono felice per lui perchè è un ragazzo che ha grande qualità, ha personalità per l’età che ha e l’esperienza al Paris Saint-Germain sicuramente gli sarà di grandissimo aiuto, soprattutto non solo l’aiuto tecnico, tattico, ma anche morale che può dargli Carlo Ancelotti. Zeman dice che Verratti sarà il migliore in Europa? Sono d’accordo con lui, che lo ha allenato per cui ha più cognizione di causa, però il ragazzo ha bisogno di fare esperienza internazionale: un campionato così per lui è molto importante. Sirigu? Non è il terzo portiere fisso, il mio pensiero è in evoluzione, contro la Danimarca abbiam fatto giocare De Sanctis perchè in quel momento era giusto dare una continuità alle scelte che abbiam fatto agli Europei. Per quanto riguarda le scelte future, saranno libere, nel senso che sarà il campo a decidere e Sirigu come Viviano, come Marchetti, sono giocatori che possono pensare di poter raggiungere la Nazionale. Thiago Motta? Ha avuto problemi fisici, per noi è stato importantissimo perchè in un momento particolare ha dato quella personalità e quella qualità di cui io avevo bisogno, ha fatto un grande Europeo, però in questo momento come per altri giocatori, preferisco capire se ci sono ragazzi pronti per questi due anni“.