2013
Lorgoglio di De Laurentiis, la serenità di Benitez: Napoli e lera tanto attesa
Benitez si presenta alla stampa partenopea ed impressiona subito: è già grande empatia con Napoli
E’ il giorno di Benitez, il giorno del Napoli. O del nuovo Napoli sarebbe il caso di dire, considerando il sorprendente numero di giornalisti stranieri al seguito della conferenza di presentazione del neo allenatore spagnolo. Nasce un ciclo tutto da scoprire alle pendici del Vesuvio e, stando all’entusiasmo con il quale il tecnico è stato accolto, è un intero popolo a sognare la gloria.
IL PROGETTO DI DE LAURENTIIS – Tanti e variegati i punti trattati quest’oggi a Castelvolturno dal presidente del Napoli: dal bilancio del suo primo ciclo alla guida del Napoli fino all’affaire Cavani, passando per i prossimi step del percorso di crescita costante. E’ uno però il tema che scalda l’animo del patron: il concetto di internazionalizzazione del club. Il discorso è da valutare sotto un ampio respiro, De Laurentiis ha ricordato con forza le difficoltà di un’intera città ed ha orgogliosamente rivendicato – in un panorama così complesso e frastagliato – il ruolo del suo Napoli, definito “unica cosa funzionante”. La soddisfazione per quanto realizzato nei suoi nove anni alla guida del club emerge anche da un altro passo: “Sono tornato da Los Angeles perché credo in Napoli, morirò felice se avrò dato a questa squadra la dimensione che merita”. E’ in questo modo che Aurelio De Laurentiis vuole tranquillizzare la piazza ed ergersi a vero cardine della rinascita calcistica partenopea: via Lavezzi, via Cavani (?), l’importante è che non si stanchi l’unico vero presidente del travagliato post Maradona.
BENITEZ: UNO SPETTACOLO DI ESPERIENZA ED UMANITA’ – A colpire prima di ogni cosa è la pacatezza: o meglio la consapevolezza di avere un curriculum vincente e ad ogni modo quello giusto per rilanciare con forza il nuovo ciclo partenopeo. Un’era diversa, sicuramente finalizzata più direttamente al raggiungimento di successi ed alla proiezione internazionale del club. L’impressione forte è quella che Benitez sia già completamente immerso nella sua nuova esperienza di vita e lavorativa, che punti a stabilire un legame empatico con i napoletani e la napoletanità e soprattutto che – in tal senso un punto di discontinuità totale rispetto al passato – non abbia timore di assumersi le responsabilità che derivano dal dichiarare di lottare per i vertici. Che siano in campo nazionale o estero: Benitez ha la leggerezza ideale per gestire la complessità di una piazza che sa condurti alle stelle così come al baratro. Sembra averlo già capito ed è per questa ragione che ha espressamente chiesto ai tifosi di fare blocco e remare tutti nella stessa direzione.
MERCATO IN SECONDO PIANO – Chi si attendeva una conferenza stampa scoppiettante in tal senso sarà rimasto sicuramente con l’amaro in bocca: sì, qualche riferimento alla vicenda Cavani, all’operazione Mertens, all’eventuale secondo portiere o ai generici rinforzi che serviranno alla squadra per risultare competitiva sui tre fronti ma niente di preciso e delineato. Ad emergere, almeno secondo il parere di chi scrive questo editoriale, sono stati i concetti espressi in precedenza. Un progetto più complesso, un’idea differente che punta proprio a fuggire dall’attaccamento – più o meno ossessivo e morboso – a questo o a quell’altro nome. Napoli ha respirato il primo soffio di un nuovo ciclo: un popolo che vive il calcio come elemento discriminante dei propri umori oggi può sognare ad occhi aperti. Aggrappandosi alle larghe spalle di Don Rafè.