2013
La Roma di Garcia: subito tre grane da risolvere
Passa dalla permanenza – o eventuale cessione – dei tre calciatori in questione il calciomercato della società capitolina
Dopo gli inesorabili fallimenti delle prime due stagioni del corso americano, proprietà e dirigenza avrebbero voluto puntare su un tecnico italiano dall’indubbia esperienza: andare sul sicuro insomma dopo i rischi legati alle scelte di Luis Enrique e Zeman, ma i rifiuti di Allegri e Mazzarri – uniti alle manchevolezze nel convincere tecnici quali Ancelotti, Spalletti o Mancini sulla validità del progetto – hanno consigliato di virare su quella che a tutti gli effetti è una terza scommessa: Rudi Garcia.
QUESTIONE PJANIC – La prima delle tre grane da risolvere nella direzione della costruzione della squadra che verrà: l’idea dell’ex tecnico del Lille è quella di affidarsi ad un 4-3-3 di base che all’occorrenza possa variare in un non troppo dissimile 4-2-3-1. Pjanic in tal senso è l’intermedio ideale perché ha già dimostrato di interpretare efficacemente quel ruolo, senza ombra di dubbio in fase di impostazione – notevole la qualità che riesce ad imprimere alla manovra – e migliorato in interdizione dopo le fatiche della prima stagione. Nessuno alla Roma vorrebbe privarsi di un talento classe 1990 così cristallino e con esperienza internazionale alle spalle: c’è però da fare i conti con l’interesse palesato dai più accreditati club europei – in primis Barcellona e Borussia Dortmund – che potrebbe far vacillare non poco l’intenzione del calciatore bosniaco. Che sta bene a Roma ma che di fronte a tali ammiccamenti non può restare indifferente: qualora dovesse arrivare un’offerta superiore ai 15 milioni di euro la Roma quantomeno ascolterebbe la proposta.
QUESTIONE DE ROSSI – Di differente lettura dal caso appena esposto: Rudi Garcia ha manifestato a chiare lettere l’intenzione di incontrare De Rossi al suo rientro dalla Confederations Cup per carpirne sensazioni e motivazioni. L’idea alla base è quella di non rinunciare al centrocampista della nazionale italiana e percorrere ogni via possibile per ricomporre un puzzle decisamente intricato. Non chiaramente manifestata la volontà da parte del calciatore, che anzi ha richiesto con forza quel rispetto che a suo dire tante volte è venuto meno proprio dalla piazza romanista: ciò che oggi sembra più chiaro è la carenza di vere e proprie proposte pervenute sul tavolo della Roma. Il calciatore non ha più l’appeal di un tempo e la società di certo non potrebbe venderlo ad una cifra ridimensionata: ragioni per la quale, comunque la si ponga, la vicenda appare di difficile risoluzione.
QUESTIONE OSVALDO – Diversa sia dalla situazione Pjanic che dall’affaire De Rossi: l’imperativo in questo caso è vendere. Decisione stabilita con fermezza dal club nel girone di ritorno dell’ultimo campionato e corroborata da quanto accaduto in occasione della finale di Coppa Italia persa contro i rivali cittadini della Lazio: Osvaldo ha dimostrato di non rispettare la guida tecnica e la circostanza – goccia che ha fatto traboccare un vaso già di per sé pieno – non è andata giù ai vertici dirigenziali. L’attaccante italo-argentino sarà ceduto, possibilmente all’estero, ed è da questa operazione che la Roma vuole percepire l’extra budget necessario per condurre un’ambiziosa campagna rafforzamento che possa rilanciare le ambizioni di una piazza frustrata dai recenti accadimenti: dunque non soltanto vendere ma vendere bene, per una cifra non inferiore ai quindici milioni di euro e possibilmente realizzare il tutto nel più breve tempo possibile. Situazione dalla risoluzione meno immediata di quanto possa apparire – diversi club hanno manifestato interesse ma nutrono perplessità sull’aspetto caratteriale di Osvaldo – ma chiave per sbloccare il mercato: la Roma vuole fare in fretta, parlare con i fatti per dare risposte ad una piazza raramente tanto delusa.