La lettera di Giovinco: «A Toronto per vincere la MLS. Alla Juventus...» - Calcio News 24
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La lettera di Giovinco: «A Toronto per vincere la MLS. Alla Juventus…»

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Sebastian Giovinco tra presente e passato: il giocatore del Toronto FC si confessa in un’appassionante lettera

Al Toronto FC da quasi tre anni, Sebastian Giovinco si racconta. L’ex giocatore della Juventus tra obiettivi e lontanti ricordi italiani: «Sono venuto a Toronto per vincere un campionato, questo è tutto. Ricordo i primi passi sui campi da bambino, a Torino: monon c’era erba, ma solo sporcizia e linee di gesso. Ma quel campo era tutto quello che avevamo – le parole del calciatore in una lettera pubblicata su Players’ Tribune Io non ero come gli altri ragazzini che sognavano di giocare in Serie A, non guardavo nemmeno tanto il calcio in televisione. Poi scoprìì la passione del calcio: ciò mi ha reso felice e mi ha dato nuovi amici. Vivevo a 15 miglia dallo stadio ‘Delle Alpi‘, ma non avevamo mai i biglietti per vedere le partite. A me in quel periodo importava solo una cosa, stare in campo. Dopo un anno con la squadra del San Giorgio Azzurri, uno scout della Juve mi invitò all’Academy del club. Fu tutto così pazzo, da un giorno all’altro passai alla Juve»

La lettera di Giovinco poi prosegue: «La mentalità che mi arrivò subito dal club bianconero fu quella di vincere. A 17 anni firmai il mio primo contratto con la Juventus. Mio padre venne con me perchè ero minorenne. ricordo i primi passi sul campo: stavo giocando accanto a Del Piero, Trezeguet…Dopo qualche anno e vari prestiti, poi, sapevo di non avere più molto spazio nella Juve, e scelsi di trasferirmi in MLS. Col Toronto la trattativa fu piuttosto veloce e raggiungemmo un accordo in due-tre giorni. La prima cosa che mi ricordo, quando arrivai qui nel febbraio 2015, fu il freddo. Conoscendo gli altri compagni, poi, mi sono accorto che anche qui l’obiettivo era lo stesso: vincere. E lo abbiamo fatto, conquistando i playoff per la prima volta nella storia del club nel 2015. Il mio carattere? Penso di non essere molto chiacchierone, forse è anche una cosa linguistica. Poi ci sono ragazzi che parlano sul campo. In questo penso di essere molto simile a Del Piero».