Marchisio e il perché dell'addio alla Juventus: «Era il momento»
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Marchisio e l’addio alla Juve: «I miei figli mi hanno sgridato…»

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Nel corso di una intervista l’ex Claudio Marchisio, oggi allo Zenit San Pietroburgo, svela qualche retroscena sull’addio alla Juventus e sulla mancata chance di giocare con Ronaldo

Un addio amaro, ma dovuto: Claudio Marchisio sul finire dell’estate ha risolto il contratto che lo legava da oltre un decennio ormai alla Juventus per andare altrove. La sua nuova casa è in Russia, allo Zenit San Pietroburgo, un club in cui però il Principino non si è mai scucito di dosso i colori bianconeri, nemmeno per un momento. Certo, salutare la Juve (per mancanza di spazio e prospettive) è stato doloroso, specie nel momento storico più alto del club bianconero, con l’arrivo in squadra di Cristiano Ronaldo. «I miei figli mi hanno sgridato: “Papà, arriva lui e tu te ne vai?” – ha confessato Marchisio oggi in una intervista a La Stampa . Tutti trattano Ronaldo come una star di Hollywood e ha pressioni assurde che in campo non si vedono quasi mai». Una decisione dovuta, insomma.

L’ora dell’addio però era inevitabile, o quasi: «Era il momento. Dopo tanti anni, a Torino avevo dato tutto. Trovare ogni stagione nuova linfa, nello stesso ambiente, con le stesse persone è dura. Migliorarsi con costanza in una sola società è difficile». Visto da lontano però il calcio italiano non è tanto male: «È molto meglio di come ce la raccontiamo, facciamo le vittime, ma l’evoluzione è enorme e va oltre il fattore Ronaldo. Il Napoli è cresciuto, la Roma ha dato prova di carattere nonostante l’andamento alterno, l’Inter cerca continuità. Le rivali crescono, solo che la Juve è avanti di tanti anni. Lo stadio di proprietà, il marchio che parla al mondo: quella “J” è come l’incastro delle lettere sul cappellino dei New York Yankees. Per quel livello ci vuole tempo e soprattutto servono idee». Vedremo…