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Confusione Milan: la clausola anti-Montella è il peccato originale di Fassone

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In casa Milan rispunta il tema della clausola rescissoria anti-Montella, che permette ai rossoneri di liberarsi agevolmente del tecnico. Per Fassone è l’unica via di fuga, ma l’errore è a monte

Che il Milan non abbia più fiducia in Vincenzo Montella è, almeno agli occhi di tutti, una novità. Ma le perplessità intorno al tecnico campano sono datate e sono soprattutto legate alla nuova dirigenza, visto che Fassone e Mirabelli in estate hanno deciso di tutelarsi inserendo una speciale clausola nel rinnovo di contratto dell’allenatore. Sì, perché il Milan in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League può lasciare a piedi Montella pagandogli un milione e mezzo di euro di buonuscita. Questa mossa può essere considerata come una valida garanzia per la società, che si mette al riparo da ogni guaio futuro rendendosi libera di decidere quando e come liberarsi di Montella. Ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal presente: la clausola anti-Montella è un autogol clamoroso, che delegittima l’allenatore e allevia le coscienze giocatori. Anche quelli dai quali ci si aspetta molto, ma molto di più.

Fassone ha una via di fuga, ma d’ora in poi saranno dolori

L’inserimento della clausola salva-Milan nel contratto di Montella è un errore grave, che la nuova dirigenza non avrebbe dovuto commettere. Fassone e Mirabelli hanno scelto di rinnovare la fiducia all’allenatore in estate, perché quest’ultimo nella stagione del cambio di proprietà è stato capace di traghettare una squadra francamente discutibile in Europa League, una missione tutt’altro che semplice, passata anche dalla valorizzazione di giocatori come Suso, Locatelli e Donnarumma. Ed è proprio dalla volontà di confermare Montella per gratitudine che nasce il cruccio più grande, perché il nuovo Milan probabilmente non si fidava ciecamente di un tecnico considerato forse ancora acerbo per certi palcoscenici. Dunque ok al rinnovo fino al 2019, ma con la possibilità di dire addio in maniera indolore a Montella.

Mai sciocchezza più grande poteva essere commessa, visto che ora l’allenatore si ritrova a dover fare da parafulmine a tutte le critiche che gli piovono inesorabili dopo ogni sconfitta. E se ogni ko del Milan deve diventare un’occasione buona per mettere spalle al muro Montella tanto valeva congedarlo già in estate. Forse la nuova dirigenza avrebbe scommesso su Roberto Mancini, non a caso uno dei pochi profili accostati ai rossoneri in estate, seppur timidamente. O forse su Antonio Conte, che però dopo un lungo tira e molla ha deciso di restare al Chelsea.

Sta di fatto che confermare ob torto collo Montella si rivelerà un grande problema, che allevierà tante responsabilità a giocatori pagati fiori di quattrini sul mercato. Ma soprattutto renderà sempre più irrespirabile un clima che Fassone farà fatica a mitigare. E la vera vittima di questa situazione non sarà Montella, ma un Milan che non può permettersi di saltare ancora l’appuntamento con la Champions League.