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Roma: Monchi, Sabatini e il calciomercato. Fenomenologia dei Ds

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Sabatini lo conosciamo benissimo. Monchi si sta facendo largo in Italia. Con il suo metodo di lavoro, lo spagnolo ha fatto innamorare Pallotta. Cosa è cambiato rispetto alla gestione Sabatini?

Due metodi di lavoro completamente diversi. Il Ds spagnolo usa poche parole, mirate: «Il problema non è vendere, ma comprare male» o «La Roma non è un supermercato». Più filosofico il suo collega, e predecessore, Walter Sabatini: «Quando ho smesso di giocare al calcio questo riverbero del mio fallimento come calciatore mi ha molto motivato […] Sono uno che sta dodici ore alla scrivania: è un’espiazione delle cazzate precedenti». Maggioranza di acquisti a titolo definitivo per Monchi; prestiti, diritti di riscatto e “pagherò” per Sabatini.

Calciomercato a confronto. Nei 5 anni da direttore sportivo giallorosso, Sabatini ha alternato grandi colpi a veri e propri flop. Tra i capolavori del neo DS interista figurano (in ordine temporale): Marquinhos, Lamela, Pjanic, Benatia, Strootman, Gervinho, Nainggolan, Manolas, Rudiger, Digne, Emerson Palmieri, Dzeko, Salah, Perotti ed El Shaarawy. Giocatori pagati relativamente poco e dal rendimento costante. Tra i flop, il primo è sicuramente Juan Manuel Iturbe: Fino a qui tra gli acquisti più onerosi di sempre, letteralmente scippato alla Juventus dopo l’ottima stagione con il Verona. Involuzione clamorosa e cessioni in prestito praticamente ovunque.

Gli altri, oltre ad Iturbe: (solo per citarne qualcuno): Stekelenburg, Bojan, Josè Angel, Osvaldo, Piris, Goicoechea, Tachtsidis, Dodò, Iago Falque, Uçan, Doumbia, Ibarbo, Ljajic. Lasciamo fuori da questi il brasiliano più pagato della storia giallorossa. Soffiato al Barcellona per 19 milioni di euro: Gerson. Il brasiliano non ha mai trovato spazio con Spalletti (che ha accompagnato il ds nell’avventura interista). Ceduto al Lille e poi tornato alla base dopo il suo rifiuto, poi relegato in primavera e mai considerato dal tecnico di Certaldo. Di Francesco vuole valutarlo meglio. Si va verso la permanenza in giallorosso. Altra costante che si può osservare nel lavoro di Sabatini è l’acquisto di giocatori seguiti dallo stesso procuratore o intermediario.

Monchi, invece, ha fatto segnare subito un punto di rottura con il passato. Acquisti a titolo definitivo. Giocatori con un ruolo ben preciso e magari disponibili a cambiarlo in caso di emergenza. I suoi capolavori, negli anni da DS a Siviglia (portato dalla serie B spagnola alla vittoria di 3 Europa League consecutive ) sono stati sicuramente Dani Alves, Rakitic, Bacca, Kondogbia, Medel, Gameiro, Coke, Vitolo, i giallorossi Fazio e Perotti, Caceres, Seydou Keita e Aleix Vidal. Arrivato a Roma in primavera, il primo acuto della sua nuova storia in giallorosso è stato il difensore Hector Moreno. Acquisto che ha sparigliato le carte, visto che il suo nome non era mai uscito su nessun giornale. Poi è stato il turno di KarsdorpGonalons, Kolarov, Pellegrini, Defrel, Cengiz Ünder. Tutto questo in attesa del vero e proprio colpo, l’esterno destro d’attacco. Per quanto riguarda il capitolo cessioni, fuori due titolari (Salah e Rudiger) e un comprimario (Paredes).

C’è una similitudine, molto importante, che accomuna i due direttori sportivi. Sono considerati dei maestri nelle plusvalenze. Comprare a poco e vendere a tanto, la regola base di tutti i tipi di mercato. Caratteristica assolutamente imprescindibile, ora che siamo in tempi di fair play finanziario.