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Napoli, la notte di Reina e i due modi di viverla

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Prima vittoria nella fase a gironi della Champions League per il Napoli di Sarri: spazzato via un coraggioso Feyenoord, dopo la sconfitta rimediata all’esordio dallo Shakhtar Donetsk

Il Napoli di Maurizio Sarri si sblocca anche nella fase a gironi dell’attuale Champions League: dopo il passo falso rimediato all’esordio sul campo dello Shakhtar Donetsk, arriva l’attesa vittoria al San Paolo contro i campioni d’Olanda del Feyenoord. Un 3-1 che rimette momentaneamente a posto il discorso qualificazione: la sconfitta rimediata dagli ucraini in casa del Manchester City fa sì che il Napoli raggiunga il secondo posto della classifica del Gruppo F, appaiato proprio allo Shakhtar Donetsk. Decisive ora le doppie sfide incrociate, quella del Napoli con il Manchester City e quella dello Shakhtar con il Feyenoord: ai partenopei basterebbe accumulare un passivo dai rivali ucraini non superiore ai tre punti, in modo tale da poter mettere le mani sulla qualificazione con la vittoria nel successivo scontro diretto da disputare al San Paolo. Intanto è stata la notte di Pepe Reina.

Champions League, la notte di Reina

Il risultato tradisce il racconto di una gara più equilibrata sul piano del gioco: al Feyenoord va il merito di essersela giocata al pieno del suo credo calcistico – in trasferta – contro un avversario decisamente più strutturato in termini di organico. Possesso palla di qualità, trame rapide nello sviluppo, atteggiamento generale sempre propositivo. I limiti individuali riscontrati nella tenuta difensiva hanno però vanificato il tutto, essenzialmente contro un avversario – il Napoli di Sarri – che nulla ti perdona se presti il fianco. Per i campani però non è stato così semplice come parrebbe: sul risultato di 2-0 il tanto discusso Pepe Reina ha neutralizzato un calcio di rigore battuto da Toornstra. E lo ha fatto con una grande parata, degna del suo curriculum, come a voler mettere un punto sulle opinioni contrarie che si sono rincorse negli ultimi tempi. Una firma su una gara che altrimenti avrebbe potuto prendere un corso differente, quando mancava una mezzora scarsa al fischio finale, o comunque complicarsi per le sorti partenopee. Un episodio condito da una prova assolutamente rassicurante: buoni interventi e la solita personalità con cui ha diretto il reparto difensivo della batteria di Sarri.

Due modi di viverla: il riscatto di Reina

Ci sono due modi di interpretare la notte vissuta da Pepe Reina nello scenario del San Paolo: la prima è alla stregua di un riscatto. Quello che seguirebbe le incertezze riscontrate nelle ultime gare, su tutte quelle costate l’unica sconfitta stagionale – in Champions League, appunto, contro lo Shakhtar Donetsk – e la complessa vittoria ottenuta sul campo della Spal. Dove la punizione vincente di Viviani, quella del momentaneo 2-2, lo inchioderebbe come colpevole: conclusione arrivata sul suo palo, la difesa di Maurizio Sarri in conferenza stampa ne attutisce la posizione ma lascia vivi i dubbi nell’animo di molti. La notte del riscatto dunque, per chi – o meglio contro chi – lo valuta un reale limite di questo Napoli, condizionante nell’inseguimento di determinate ambizioni. Una notte da cui ripartire per Pepe Reina, magari anche per smentire i suoi detrattori. Per dimostrare di essere, oltre che guida caratteriale, anche un punto di riferimento tecnico di questo Napoli: si riparte da qui, alle spalle la parentesi Psg e il presunto addio che si sarebbe dovuto consumare negli ultimi battiti della recente finestra estiva di calciomercato, per dettare voce grossa.

… o la notte della continuità

Sulla sponda opposta chi non ha mai nutrito dubbi su valore e tenuta del portiere spagnolo: Pepe Reina certezza di questo Napoli. Punto e a capo. Leader dello spogliatoio, carisma in campo, guida di un gruppo che si è rinnovato negli anni, portiere affidabile e tra i più esperti del panorama internazionale calcistico. Non a caso, del resto, lo avrebbe preso senza indugio il Psg dei nababbi per affidargli la sua porta. Fetta di opinionisti che ha sempre difeso Reina, soprattutto nei momenti più complessi vissuti dall’estremo difensore iberico: per loro la notte del San Paolo è soltanto l’ennesima conferma. La conferma di poter contare su un portiere di comprovato valore, che non sottrae punti alla causa ma che invece ne aggiunge, alla pari degli esponenti più accreditati nel ruolo. La forte personalità di Pepe Reina induce a spaccare il fronte. Quasi a schierarsi: con lui o contro di lui. Una divisione vissuta soltanto dall’ambiente Napoli e corroborata dalla reiterata mancanza di una presa di posizione da parte della società, anche e non solo sul tema rinnovo: fortunatamente la squadra, lì dove si intende calciatori e guida tecnica, sono tutti insindacabilmente dalla parte del proprio portiere. Dalla parte di Pepe Reina.

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