Palermo, Nestorovski: «Io in una big? Se non gioco il fuoco si spegne» - Calcio News 24
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Palermo, Nestorovski: «Io in una big? Se non gioco il fuoco si spegne»

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L’attaccante del Palermo Ilija Nestorovski ha parlato in un’intervista al Corriere dello Sport tra infanzia e traguardi in rosanero

Se la stagione del Palermo è stata fin qui negativa, altrettanto non si può dire per Ilija Nestorovski, l’attaccante macedone classe 1990 acquistato questa estate dal presidente Maurizio Zamparini dall’Inter Zaprešić. Sono già 9 le reti segnate fin qui dal numero 30 rosanero. L’ultima è servita per regalare la prima vittoria casalinga alla squadra nel frattempo affidata al tecnico Diego Lopez. Il bomber di Prilep ha raccontato la sua storia in un’intervista concessa al Corriere dello Sport.

PRIMI GOL E TRAGUARDI – «Finita la scuola – racconta Nestorovskimi fermavo con gli amici nel campetto allora di cemento: calcio, basket, pallamano. Adesso sono tutti alle prese con internet e facebook e quei campetti restano vuoti. Gol? Pur di giocare dicevo che ero portiere. Anche mio figlio farà il calciatore mai in porta anche se l’importante a quell’età è divertirsi. Non sono cambiato. Mi chiedono: il Napoli, la Juve, il Real? Voglio essere felice, se sto in panchina non lo sono. Senza un pallone non avrei saputo cosa inventarmi. Ho sempre creduto di essere un grande, di poter sfondare. La mattina, mi alzo e sono allegro, faccio quello che mio piace e con entusiasmo. Non sono come altri che sognano Real Madrid o Barcellona, Ronaldo o Messi, cerco la mia felicità. Se guadagno qualche soldo in più meglio. Ma la mia vita è bella… Ho una moglie fantastica, una bambina magica, la piscina, gioco in A, ho soldi, tutto. Intanto, aiuto il Palermo a salvarsi. Non penso ad altro fino al termine della stagione. Traguardi? Certo, come diventare capocannoniere in A. Essere il migliore, sempre. Del resto anche a carte con mia moglie o a palla con mia figlia, voglio solo vincere. Se sei il migliore, gli occhi saranno puntati su di te. Prima non avevo grandi squadre o soldi. Oggi sono in paradiso. Lo sono sempre stato dove ho lasciato il cuore. Qui a Palermo rappresento un simbolo, vivo bene, è la mia dimensione. Posso andare anche a Roma o a Torino ma se non gioco il fuoco si spegne. Il gol? Per me è gioia. Immaginate che prima, anche con un cinque a zero in tasca, se non segnavo, era come se non avessi vinto. Ora sono cresciuto. Totti urlava da ragazzino che il gol è come un bacio? Per me, lo scriva, è il sesso».