2013
PSG, Verratti: «Peccato per Ancelotti. Spero di restare»
Il regista abruzzese saluta il tecnico e parla del suo futuro e dellesperienza in azzurro.
CALCIOMERCATO PSG VERRATTI – Ora non deve far altro che pensare alle vacanze, ma il discorso relativo al suo futuro resta d’attualità per Marco Verratti, che ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport prima di far rientro in Italia dopo la delusione per l’Europeo sfuggito nella finale contro la Spagna: «Mi dispiace che Ancelotti vada via. So che si trasferirà al Real Madrid e per me sarà diverso, perché dovrò rimettermi in gioco e cambiare sistemi di lavoro. Si era parlato di Capello, ora vediamo chi arriverà. Ma non penso che ci saranno problemi. Io vorrei rimanere a Parigi e non prevedo di spostarmi. Mi sono integrato bene nel gruppo, nella città, anche con il francese comincio a cavarmela, sono felice. Secondo gli accordi che avevamo un anno fa, nei prossimi giorni dovremo ridiscutere il mio contratto. E poi partiremo con la nuova stagione».
Il centrocampista del Paris St Germain non sente affatto la mancanza del calcio italiano, anzi espone la sua filosofia in merito: «Ai tempi nostri non esistono un calcio italiano e un calcio francese o inglese. Esiste il calcio internazionale e un professionista deve muoversi in questa realtà. Io in serie A non ho mai giocato e sono finito direttamente a Parigi, dove una grande squadra mi ha dato fiducia. Di chi il merito? A Zeman devo tantissimo perché ha avuto il coraggio di lanciarmi. Non so quanti l’avrebbero fatto al suo posto. Però Ancelotti mi ha consentito di crescere, arricchendo il mio percorso».
Il riferimento all’esperienza con l’Italia Under21 in Israele è d’obbligo: «Forse avrei potuto fare meglio. Ma bisogna aggiungere che sono arrivato tardi in un gruppo già formato e ho dovuto inserirmi in fretta in un sistema di gioco diverso da quello a cui ero abituato. Non era semplice. Qui avevamo due ali come esterni, a Parigi ho altri compiti. Ma ho dato tutto quello che avevo, specialmente nella fase difensiva. Marcato a uomo in finale? Già, mi era successo qualche volta in Francia ma mai così. Non riuscivo a respirare con l’Olanda. L’esperienza è stata fantastica e mi ha consentito di conoscere un altro bravissimo allenatore, Mangia, che merita una panchina di serie A. Chi mi ha sorpreso? Donati. Non lo conoscevo, ha fatto un bellissimo torneo. Rimpianti? Nessuno. Siamo onesti: la Spagna è più forte. Ci hanno fatto girare su e giù per il campo per tutta la partita, non li prendevamo mai».