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Ranieri a tutto campo: Leicester, Nantes, Neymar e il ritorno in Italia

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Claudio Ranieri, neo allenatore del Nantes, ha rilasciato a Repubblica una lunga intervista, nella quale ha toccato i temi più salienti

Dopo la batosta subita con l’esonero al Leicester, Claudio Ranieri è pronto a ripartire da nuovamente da un campionato che l’aveva visto protagonista nel biennio 2012-2014, la Ligue 1 francese. Abituato com’è a girare l’Europa, dopo Italia, Spagna, Francia, Grecia e Inghilterra, il tecnico romano ha accettato la corte del Nantes, pronto a calarsi in una nuova affascinante avventura. Nell’intervista rilasciata al quotidiano nazionale La Repubblica, l’ex allenatore, tra le altre, di Juventus e Roma, ritorna sulla sua ultima gloriosa – seppur con un finale infelice – impresa inglese: «Leicester? Una storia irripetibile, che resterà. Ricevo ancora lettere e cartoline dai tifosi di lì, sento qualche giocatore, tutte cose che mi fanno sentire orgoglioso. Ma proprio perché fu un’avventura particolare, rimane unica. Non replicabile. Che tutti me ne parlino ancora è bello, ma l’ho messa nel dimenticatoio e guardo avanti, come sempre». Dimenticata la delusione, Ranieri è ormai concentrato sulla sua nuova squadra, il Nantes appunto: «Le sfide mi sono sempre piaciute. Il Nantes ha tradizione, in passato ha vinto 8 campionati, ora sta cercando di risalire. Il presidente Waldemar Kita mi ha trasmesso il suo entusiasmo. Vuol fare le cose per bene, senza spese folli, e in questo mercato dai prezzi altissimi fatica a muoversi, lo capisco. Ma mi ha promesso cinque giocatori e io li aspetto con fiducia. Intanto lavoro con quelli che ho». E collegandosi alle difficoltà di un mercato complicato, che difficilmente potrà permettere una nuova impresa come quella da lui compiuta l’anno scorso, dice la sua sul milionario affare del secolo, quello di Neymar: «Se un proprietario ha soldi da investire e un club sano, non ci vedo nulla di male. C’è il Fair Play dell’Uefa, ma come diciamo in Italia? Fatta la legge, trovato l’inganno. Non ho ben capito i dettagli dell’operazione, ma tanto la faranno. Del resto si sa che l’emiro del Qatar vuol vincere la Champions League, no? Arriverà un giorno in cui ci saranno 20 emiri per ogni campionato, ma sempre uno vincerà, e sempre in tre andranno in serie B. Il calcio è questo, non si scappa». Chiude, infine, con un’apertura e una speranza (nascosta): «Il ritorno in Italia? Mai dire mai…; mi piacerebbe chiudere con una nazionale, di prestigio». Sarà l’Italia?