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Roma, fattore D: Dzeko e Di Francesco alla riscossa

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Dzeko roma

La vittoria di ieri nel terzo big match (0-2 contro il Milan) affrontato dalla Roma nel suo calendario, offre due spunti su tutti: I due più discussi e criticati, Dzeko e Di Francesco, sono il braccio e la mente dei successi giallorossi.

Con il successo esterno di ieri sera, salgono a 5 le vittorie consecutive della nuova Roma di Di Francesco. Il ruolino di marcia giallorosso è quasi perfetto: 6 vittorie, 1 pareggio ed una sola sconfitta (immeritata), con una partita da recuperare. Tra i più discussi ad inizio stagione sicuramente c’era Di Francesco.

Acerbo- «Non è ancora pronto per una grande squadra e una piazza come Roma» questo il leit motiv tra gli addetti ai lavori e i tifosi più pessimisti. Di Francesco, dopo i 5 anni di Sassuolo in cui ha portato i neroverdi in Europa, sta facendo ricredere tutti a quanti con il suo lavoro. A partire dalle conferenze stampa, dopo le schermaglie tra Spalletti e i giornalisti che ormai erano pane quotidiano nella sala stampa di Trigoria. L’allenatore della Roma, invece, parla già da allenatore consumato di una grande squadra. «Umiltà, entusiasmo, senso di appartenenza» queste le sue parole il giorno della presentazione. Nessuna battaglia contro questo o quel giornalista e tanta competenza.

Crescere insieme- Nell’unica sconfitta stagionale, 1-3 contro l’Inter all’Olimpico, la Roma ha avuto una sfortuna clamorosa. Gioco comandato, pochi rischi, un rigore negato e tre pali. Li serviva essere cinici, ma non ci si è riusciti. Ieri, contro il Milan, trionfo della cinicità: Roma che sa soffrire e colpire poi al momento giusto. La caratteristica che mancava anche a Dzeko. Il bomber bosniaco, capocannoniere della scorsa stagione, lamentava la scarsa assistenza nel reparto offensivo. Di Francesco lo ha ripreso pubblicamente e in privato, da li Edin ha (ri)cominciato a volare: 8 partite, 8 gol. Il lavoro che gli chiede il mister è pressappoco lo stesso che gli chiedeva Spalletti. Fare sponde, sportellate, e poi farsi trovare pronto in area di rigore. Gli si imputava di non segnare mai nelle grandi partite. Finora ha già timbrato contro Inter e Milan.

Il bello deve ancora venire- In tutto questo, Di Francesco sta facendo i conti con una serie di infortuni da brivido. Fuori Schick, il fiore all’occhiello della campagna acquisti giallorossa, Perotti, Defrel, Emerson Palmieri. Il mister ha risposto presente: rilanciato El Shaarawy e proposto Florenzi nel suo vero ruolo, quello di esterno alto d’attacco insieme ad un turn over quasi sempre chirurgico  Magari questa squadra non sarà sullo stesso livello di Juventus e Napoli, ma sta iniziando ad acquisire una mentalità ed una identità ben precisa. Con il tempo, il lavoro e il rientro degli infortunati, si può solo migliorare.