Samp, parola a Saponara: «Ora sono uomo, devo tenere alta l'asticella»
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Samp, parola a Saponara: «Ora sono uomo, devo tenere alta l’asticella»

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Saponara, trequartista della Sampdoria, parla del suo passato, del suo cambiamento e di come deve lottare per garantirsi un posto in campo. Ecco le sue parole

In tanti hanno notato il cambio radicale di capelli di Saponara, in forza alla Sampdoria. Per lui vuol dire aver cambiato molto di più, infatti dice: «Il Saponara senza capelli è anche il passaggio dal Riccardo ragazzo al Riccardo uomo. È stato un anno intenso sotto tutti i punti di vista. Riconosco che ci sia stato un cambio di marcia nella mia vita sia sul campo che fuori. Un po’ di tempo fa la mia vita era calcio e basta. Invece credo che sia fondamentale essere un uomo al 100 per cento con vari interesse».

Saponara è un giocatore indispensabile per la Sampdoria, capace di entrare in campo e spostare gli equilibri però è difficile anche per lui. Nel suo ruolo non è l’unico forte, c’è anche Ramirez, e si esprime così: «Non mi era mai capitato nelle altre squadre di avere ballottaggi con giocatori che potessero essere il mio alter ego. A volte è fastidioso vederlo in allenamento. Vuoi rilassarti un attimo e vedi lui che va più forte di te, e per questo sei obbligato a tenere alta l’asticella. Questo è un vantaggio perché ti costringe ad allenarti bene tutte le volte e ogni volta che sei chiamato in causa devi fare la prestazione. A volte bastano 15, 20, 30 minuti a cambiare una partita».

Domenica pomeriggio alle 15, in diretta ed esclusiva su Dazn, la Sampdoria sfiderà il Frosinone. Saponara dovrà fare colpo sul mister Giampaolo ed aggiunge su quest’ultimo: «Sapevo che avrei trovato una grande realtà e un allenatore che conosco bene e col quale ho già lavorato. Giampaolo ha un pensiero e un modo di giocare congeniale alle mie caratteristiche». Alla domanda su Quagliarella, Saponara ne parla come se fosse unico, infatti dice: «Quando giochi con Fabio ti accorgi che giocatori con certe caratteristiche nel calcio di oggi non ce ne sono più. E’ un giocatore d’altri tempi che per un trequartista è perfetto perché ti fa la sponda spalle alla porta e fa dei movimenti giusti quando deve dettarti il passaggi».

Passando per il suo passato, nelle parole di Riccardo si nota un rimpianto, ovvero l’esperienza al Milan. Si esprime così: «Al Milan ho avuto delle esperienze forti, forse anche premature per il ragazzo che ero all’epoca. In questo momento avrei l’opportunità di giocarmi le mie carte in maniera diversa, sono maturo, ogni tanto ci penso però sono pagine del mio passato ormai trascorse, tornare indietro non serve a niente. Ho ancora tempo per dare tanto a questo sport e voglio solo guardare avanti».