Si scrive Di Natale e si legge gol: nove anni di doppia cifra - Calcio News 24
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2015

Si scrive Di Natale e si legge gol: nove anni di doppia cifra

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La fabbrica del gol racchiusa in un solo uomo: Antonio Di Natale, l’evergreen della sua Udinese

Ogni anno come quello prima: stavolta è finito, ma puntualmente non è così. No, quando hai fronte un tale che di nome fa Antonio, di cognome Di Natale e di soprannome Totò: nono campionato consecutivo in doppia cifra, fattore che ha dell’inverosimile considerando che il primo di questi nove campionati sia stato disputato alla già considerevole età – per un calciatore, s’intende – di ventinove anni.

LA MEGLIO GIOVENTU’ – Altroché. Il misterioso intrigo Di Natale racconta come il bomber napoletano abbia siglato ben 156 delle 203 reti firmate in Serie A – tutte con l’Udinese fatta eccezione per le prime 18 con la maglia dell’Empoli – dopo aver spento le trenta candeline. Tradotto, a scanso di equivoci: fino alla soglia dei 30 anni il buon Totò ha segnato 47 gol nella massima serie calcistica italiana, da quel momento in poi – fino ad ora, perché la strada è tutt’altro che interrotta – esattamente 156. Un arcano, un fenomeno apparentemente inspiegabile eppure così reale: il 76.8% della sua personale collezione è stata accumulata quando tanti altri iniziano a pensare di smettere. Il chiaro segnale dell’abnegazione, vero, ma anche (tanto) della qualità: il marchio raro e riconoscibile, quello che funziona sempre se accompagnato da una buona dose di applicazione ed entusiasmo.

LA QUALITA’ – Sì, proprio la qualità: perché i suoi gol sono perle. Di Natale segna in tutti i modi ma soprattutto lo fa con soluzioni inaudite ai più, dalla distanza come a tu per tu con il portiere, di giustezza o in pallonetto, sul filo del fuorigioco o in acrobazia, con un piede e con l’altro, con un improbabile tiro a giro o da piazzato. Una sentenza insomma: non puoi lasciargli un metro che ti castiga. Le sue percentuali in relazione alle occasioni a disposizione sono altissime e testimoniano la maturità di un attaccante divenuto centravanti ma allo stesso tempo riferimento per i compagni, letale finalizzatore di un modello di gioco che funziona ma creatore di espedienti estemporanei quando la squadra intorno non gira come dovrebbe. La gioia di un allenatore, essenzialmente considerando una piazza di media dimensione quale Udine che ha fondato una larga parte delle sue ambizioni e soddisfazioni dell’ultimo decennio sulla vena di Totò.

TRA PRESENTE E FUTURO – Argomento da sempre minato, quello inerente al futuro di un calciatore che il prossimo ottobre compirà trentotto anni. Hanno giudicato spesso in chiave negativa il nostro prodotto complessivo proprio per la scarsa attitudine al ricambio generazionale: giocano sempre gli stessi in soldoni, anche quando vengono acquistati potenziali sostituti di livello. E’ un discorso ad esempio ricorrente nella Roma sponda giallorossa, dove capitan Totti viene accusato da una parte dell’ambiente di aver tarpato le ali a tutti i centravanti approdati a Trigoria nell’ultimo decennio. Come se ne esce? Come fare a meno di questi splendidi vecchietti? Beh, volendo affidarsi ai numeri di Antonio Di Natale risulta complesso scegliere consapevolmente di privarsi di un calciatore che va regolarmente in doppia cifra da nove anni (in quattro di queste occasioni centrando almeno quota 20). Alla fine sceglierà lui, come è logico che sia: se continuerà lo farà perché ancora convinto di poter recitare la parte del protagonista, quella che spetta al suo talento, altrimenti saluterà proprio come ha interpretato la sua intera carriera. In punta di piedi. Noi saremo lì ad applaudire, forse speranzosi però di rimandare l’appuntamento.