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2013

Tra i fenomeni Balotelli e Neymar termina in pareggio: ecco perché

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L’astro brasiliano ancora in gol, il centravanti azzurro – isolato per lunghi tratti – lotta come un leone

La partita tra Brasile ed Italia è stata anche quella tra i fenomeni Neymar e Balotelli: impensabile ridurre una sfida così gloriosa al solo confronto tra i due talenti più cristallini ma senza dubbio un elemento di interesse fondante si è rivelato nelle giocate dei due attaccanti. Ha vinto il Brasile, ha segnato il neo acquisto del Barcellona ma ai punti la sfida è pari. Vediamo perché.

NEYMAR IN GOL, MA BALOTELLI ISOLATO – Riferendoci strettamente al tabellino ad aver inciso maggiormente è l’astro brasiliano: gol da calcio piazzato contro l’assist che il tacco di Balotelli ha recapitato sui piedi dell’ottimo Giaccherini. Due colpi magistrali: sulla punizione di Neymar è indubitabile l’apporto di Buffon – colpo indirizzato sul palo di competenza del portierone azzurro e dunque per tale ragione non esente da responsabilità – ma la giocata tecnica della stella sudamericana non può essere banalizzata ad una effettiva distrazione di Buffon. Il centravanti del Milan non ha trovato la via del gol ma, isolato nella prima frazione di gara, ha fatto reparto da solo lottando come un leone contro la forte retroguardia brasiliana, prendendo botte e permettendo alla squadra di salire e rifiatare. Creandosi da sé lo spazio per il tiro e svariando sull’intero fronte offensivo. Un fenomeno.

L’ASSIST NELLA RIPRESA – Quando Prandelli ha optato per un assetto – a prescindere dal modulo adottato – realmente più propositivo Balotelli è salito in cattedra: ha giocato da sponda con i compagni di squadra e ha imposto la sua supremazia fisica ed atletica agli avversari. Il gioiello è rappresentato dalla strepitosa giocata del momentaneo 1-1: palla alta e difficilmente controllabile, il centravanti azzurro inventa una rotazione con il tacco che libera perfettamente al tiro Giaccherini, abile a tramutare in gol il confetto di SuperMario. Sfida alla pari perché, se le giocate di Neymar sono risultate più appariscenti, lo si deve anche alla circostanza per cui è stato il Brasile a mantenere il pallino della gara per l’intero arco temporale: Balotelli però non si è demoralizzato e, a differenza di alcuni compagni di squadra, ha lottato e dato tutto risultando lo spauracchio della difesa verdeoro.

TOP & FLOP – Il Brasile ha fatto la partita perché la sua linea dei trequartisti  si è rivelata decisamente più efficace di quella italiana: detto di Neymar, Oscar ha brillato per un tempo ed Hulk ha giocato la sua migliore partita in questa finora deludente Confederations Cup a titolo personale. Meno incisivi Diamanti e Marchisio – soprattutto il primo, praticamente invisibile – e sufficiente l’apporto alla gara di Candreva. Conseguenza e causa allo stesso tempo le prestazioni dei centrocampisti: moduli speculari, davanti alla difesa del 4-2-3-1 hanno agito da una parte Luiz Gustavo ed Hernanes e dall’altra Montolivo ed Aquilani. Disastrosi gli azzurri – tanto da convincere Prandelli ad un’altra sostituzione anticipata, fuori il giocatore del Milan dopo 25 minuti – responsabilizzati solo idealmente dall’assenza di attori del calibro di Pirlo e De Rossi, notevolmente più presenti i brasiliani soprattutto nell’eccellente prestazione di Luiz Gustavo. L’Italia subisce troppo: lavorare su questo difetto – novità assoluta del ciclo Prandelli – per presentarsi alla semifinale (si attende la Spagna) assolutamente competitivi. Come dimostrato a tutti gli effetti nei tre anni della gestione del tecnico di Orzinuovi.