Un modo per dirsi addio - Calcio News 24
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2013

Un modo per dirsi addio

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Ambrosini che saluta il Milan, Jovetic che fa i capricci, Cavani che con la mente naviga altrove. Questi sono i primi sussulti di mercato, questi i primi sentimenti che agitano lo stomaco. Una cosa salta all’occhio più delle altre: dirsi addio non è mai così facile. Non c’è un arte o un modello da seguire: darsi l’ultimo saluto sarà sempre doloroso, inevitabilmente.

TEMPO DI SALUTI – Quando una storia finisce lo si capisce da tempo, dagli sguardi ormai indifferenti, dalle espressioni cupe, dall’aria che si respira tutt’intorno. Le strade della Fiorentina e di Jovetic sono ormai destinate a separarsi. Il montenegrino si immagina già su altri lidi, dove soffia un vento più leggero, dove non c’è la tempesta. La città viola invece è già in fermento, tutti aspettano a braccia aperte Mario Gomez, prima però si dovrà salutare Jojo. Entrambe le parti vogliono dirsi addio, ma ancora non sanno come farlo. Lasciarsi senza soffrire. Eppure un addio indolore è un binomio che stride, suona come un ossimoro quando si parla di calcio. Ormai la Fiorentina e Jovetic sono al tempo dei saluti, eppure sembra che ancora non sappiano accettarlo. Per questo forse si temporeggia, in modo che qualcuno alla fine possa ripensarci.

SE ADESSO TE NE VAI – Quando ci si dice addio, non si trova mai un modo. Cavani lo sa bene. Con il Napoli la scintilla si è spenta ormai da tempo, tutti lo sanno, nessuno lo vuole ammettere. Chi sarà a fare il primo passo? Probabilmente proprio il Matador che sente fischiare nelle orecchie i forti richiami delle sirene inglesi e spagnole. Ma Cavani non farà come Ulisse. Legarsi ad un palo infatti non serve a niente quando il richiamo è più forte della voglia di restare. Si parla tanto di prezzo e di clausola rescissoria, ma siamo sicuri che basterebbero 63 milioni a rendere meno amara una separazione? Una storia fatta di troppo affetto è destinata a sfociare nell’odio, quello viscerale che nasce proprio nel momento dell’addio. Che cos’è allora l’amore? Forse un modo per imparare a dirsi addio, per poi un giorno chissà, magari rincontrarsi.

SI VIENE E SI VA – Come un tossico che si saluta dalla propria dipendenza, così anche per un tifoso è difficile rinunciare al suo beniamino. Vederlo con altri colori fa sicuramente male, ma il calcio ci insegna che col tempo nascono nuovi idoli, sempre pronti a strappare qualche applauso per poi girare il culo verso altre destinazioni. Una lettera, un faccia a faccia, una porta sbattuta, un treno che parte, un calciatore che cambia maglia, basta questo per dirsi addio, basta questo per capire quanto vale veramente un amore.