Una disfatta e nessun dubbio: SOS Mazzarri, arrivano (?) i rinforzi - Calcio News 24
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2013

Una disfatta e nessun dubbio: SOS Mazzarri, arrivano (?) i rinforzi

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Due innesti a centrocampo per adeguarsi: poi l’Inter può iniziare a ragionare. Oggi non è competitiva

Ora Mazzarri ha di che preoccuparsi. La disfatta di New York subita dal Valencia va addirittura oltre il pesante 4-0: la squadra è decisamente incompleta e su tale circostanza non possono più sussistere dubbi. La semplicità con la quale Banega, Jonas e due volte Viera hanno trovato la via del gol ha definitivamente lanciato il segnale d’allarme in casa Inter.

DIFESA INGUARDABILE – Il progetto tecnico di Mazzarri è scritto: plasmare una linea a tre che si fondi sulla fisicità e sull’abilità in marcatura di interpreti quali Campagnaro, Ranocchia e Juan Jesus. Con Andreolli, Samuel e Chivu a fungere da alternative al terzetto titolare. La squalifica di Campagnaro ed il turno di riposo concesso a Ranocchia hanno aperto la strada proprio ad Andreolli e Chivu, ma soltanto i miracoli di Handanovic hanno impedito che il risultato si tramutasse in qualcosa di ancor più sciagurato rispetto a quanto accaduto al MetLife Stadium di New Jersey. Non ha funzionato e nel complesso non funziona nulla: mancano gli automatismi – fattore emerso anche nelle precedenti amichevoli – e il rendimento dei difensori a titolo personale è assolutamente in linea con il disastroso andamento della scorsa stagione. Fatta eccezione chiaramente per Hugo Campagnaro che militava in altra squadra. Manca anche la copertura del centrocampo, fattore analizzato a breve.

CENTROCAMPO: CERCASI RINFORZI – E’ senza ombra di dubbio il settore più in difficoltà e i cui segnali risultano essere allarmanti: manca il filtro in protezione alla difesa – il solo Cambiasso non può più garantire un tale dispendio di energie e dinamismo – ed ancor di più qualcuno che possa dettare i ritmi o quantomeno aggiungere qualità ad una manovra che si fonda sui soli movimenti di Guarin. Se per il secondo fattore si attende il recupero fisico di Kovacic, peraltro non propriamente il prototipo di centrocampista mazzarriano, il mercato dovrà dare risposte forti per quanto concerne la fase d’interdizione. Capitolo fasce: ancora un’uscita improponibile per Alvaro Pereira, male anche Nagatomo che può rientrare nel gruppo dei titolari a patto che solidifichi la sua fase difensiva. Si impone dunque l’innesto di un laterale: Nainggolan ed Isla risultavano i profili ideali ma le due trattative si sono rivelate costose per lo stato attuale delle casse nerazzurre e, in attesa dell’approdo di Thohir che ad ogni modo ora sembra poter difficilmente incidere su questa finestra di mercato, si rischia di ripiegare su trattative di secondo rilievo.

L’ATTACCO FATICA A TROVARE LA VIA DEL GOL – Rodrigo Palacio è un attaccante di livello assoluto e di garantito affidamento: quando la squadra però non gira è difficile fare la differenza ammesso che non rientri in una ristretta categoria di calciatori a livello mondiale. Quando le vicende nerazzurre imboccheranno la strada giusta – o almeno non se ne distanzieranno troppo come ora – l’attaccante argentino risponderà presente, come del resto fa da anni dimostrandosi una certezza assoluta per gli allenatori che lo hanno guidato. Al suo fianco, in attesa di saperne di più sulle condizioni di Diego Milito, si stanno alternando i giovani neoarrivi Icardi e Belfodil: contro il Valencia è toccato al franco-algerino partire dall’inizio e a dire il vero è apparso in evidente ritardo di condizione atletica. Leggermente meglio ha fatto Icardi nelle prime uscite dell’Inter – non contro gli spagnoli quando è subentrato a Palacio in coppia proprio con Belfodil – ma i due sono in piena fase di rodaggio e servirà tutta l’attenzione di Walter Mazzarri, che con gli attaccanti ha sempre lavorato eccellentemente, per garantire all’economia della squadra quel numero di gol necessari a rilanciare le ambizioni nerazzurre. E’ un’Inter tutta da costruire: Mazzarri ha una sfida stimolante davanti a sé ed è questo il piano di lavoro che predilige. Ancor di più che vivere costantemente ad alti livelli e dover sempre dimostrare di essere in grado di migliorarsi.