2013
Una volta il Milan le gestiva meglio
Dopo il caso Thiago Silva – Ibra ecco la diatriba allenatore
Vicende come quella che si protrae da giorni sul futuro della guida tecnica rossonera erano senz’altro gestite con più cura ed attenzione dai vertici societari fino ad un paio d’anni fa: la storia del Milan ha fondato i suoi successi su una gestione impeccabile di tutto quanto ruota intorno alla squadra, tramutando quest’aspetto in un vero e proprio segno di distinzione rispetto alle concorrenti.
I PRIMI SEGNALI – Già l’estate scorsa, quando – dopo aver annunciato la sicura permanenza di Thiago Silva ed Ibrahimovic – iniziò un inesauribile tiramolla che si risolse poi nella milionaria cessione dei due gioielli al Paris Saint Germain: la dichiarazione di non cessione avvenne a sua volta dopo una lunga trattativa che aveva praticamente sancito l’addio dei due fuoriclasse, poi protratto solo di qualche settimana. Insomma le prime avvisaglie di un certo grado di confusione a cui stiamo tuttora assistendo nella delicata vicenda che dovrà inevitabilmente risolversi con la nomina presidenziale del prossimo allenatore del Milan: sarà ancora Allegri o lo scettro passera a quel Clarence Seedorf ancora calciatore del Botafogo e sprovvisto di tesserino da allenatore? Per ora non è dato sapersi, ma la sensazione forte è che una decisione non sia ancora stata presa.
TUTTI PER ALLEGRI, TRANNE UNO – Fosse per Galliani la questione sarebbe già definitivamente risolta in favore della permanenza del tecnico toscano, ritenuto dall’amministratore delegato autore di uno straordinario lavoro nella stagione d’esordio e nell’ultima annata in cui ha centrato un terzo posto tutt’altro che scontato dopo la rivoluzione estiva e la partenza choc. Il presidente Silvio Berlusconi al contrario fonda la sua argomentazione opposta sul flop della sua seconda stagione – Milan decisamente favorito per il titolo finale ma beffato dalla Juventus – nonché sui deboli risultati europei e su alcune vicende che hanno lasciato più di un dubbio, vedi ad esempio la manifestata volontà di rinunciare ad un calciatore del calibro di Andrea Pirlo. Un duello impari se uno degli sfidanti è il presidente, colui che investe milioni e consente alla ruota rossonera di girare: a riequilibrare i pesi c’è la volontà dei calciatori, di uno spogliatoio tutto schierato in difesa di Massimiliano Allegri, persino quel Balotelli il cui rapporto conflittuale con gli allenatori – vedi Mourinho e Mancini – è roba nota ma che si è espresso con fermezza sulla speranza di essere allenato ancora dal suo attuale tecnico.
C’E’ CHI ASPETTA ALLA PORTA – Può definirsi a tutti gli effetti parte in causa della vicenda quella Roma che – dopo due scommesse rischiose – attende soltanto il sì di Allegri per consegnare ad una piazza frustrata dagli eventi degli ultimi due anni un allenatore “normale”. Con tanto di contratto triennale ad oltre tre milioni a stagione per convincere il tecnico toscano sulla validità della scelta: Allegri però proverà fino all’ultimo a restare al Milan – una piazza che ama e una società in cui si lavora al meglio e circondato dagli strumenti giusti – e addirittura a strappare il rinnovo di un contratto che attualmente scade al termine della prossima stagione. Al peggio si discuterà dell’entità di una buonuscita, doppio binario dunque che consiglia ad Allegri di restare nel limbo e non sbattere la porta rossonera e scegliere preventivamente il lido romano. Secondo gli ultimi rumors l’incontro decisivo tra Berlusconi, Galliani ed Allegri si terrà domenica sera: un’inutile recita (indebolita la posizione del tecnico dopo la conquista del terzo posto) qualora l’esito dovesse essere la conferma, una stucchevole perdita di tempo nel caso in cui per l’allenatore sarà il giorno del benservito. Ad ogni modo, un tempo il Milan le gestiva meglio.