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Ancora una rimonta: Zidane avanza tra gli scetticismi spagnoli

Basta collegarsi ad un portale spagnolo a vostro piacimento e noterete – dove più, dove meno, ma complessivamente ovunque – lo scetticismo che ha accolto e sta accompagnando la prima esperienza di Zinedine Zidane da guida tecnica. Non è una panchina qualunque quella del Real Madrid, sacrosanto: così come lo è la diffidenza che necessariamente deve gravare su quello che in tal senso è a tutti gli effetti un neofita.

MA… – Innanzitutto, nel confronto con la precedente gestione, il Real Madrid è migliorato ed ha guadagnato terreno: nelle 18 giornate della gestione Benitez i blancos hanno totalizzato 37 punti, viaggiando dunque alla media di 2.05 punti a partita. Con Zidane il dato è salito a 2.5, grazie ai 35 punti accumulati in 14 gare di campionato. Altra musica: parametrata sul totale, la media punti di Benitez renderebbe un campionato da 78 punti, quella di Zidane da ben 95. Risulta evidente anche il recupero sulle concorrenti, al momento dell’esonero di Benitez la classifica recitava: Atletico Madrid 42, Barcellona 39 con una gara da recuperare (poi vinta, dunque 42), Real Madrid 37. Cinque punti di distanza da entrambe: ora i punti sono appena uno dai colchoneros (+4) e 4 dai catalani (+1).

TRA SCONTRO DIRETTO, RIMONTA E CARATTERE – Una gran bella fetta di esonero Rafa Benitez se l’era guadagnata con il clamoroso 0-4 patito al Bernabeu dagli acerrimi rivali del Barcellona: un’umiliazione che un popolo orgoglioso quanto quello del Real Madrid non avrebbe mai digerito. Il presidente, come si suol dire, ha tenuto in mano: Florentino Perez ha provato a resistere sulla strana scelta compiuta in estate salvo poi optare per la sterzata e consegnare le chiavi reali a Zinedine Zidane. Venerato dal popolo madrileno quando dispensava arte sui campi dell’intera Spagna ed Europa, non tutti sono convinti in merito al grande salto sulla panchina: men che meno, ve lo abbiamo anticipato, l’attenta opinione pubblica iberica. Ma i segnali sono inequivocabili: detto del rendimento, va aggiunta a condimento la vittoria in rimonta sul campo del Barcellona – con tanto di inferiorità numerica e rete ingiustamente annullata sul risultato di 1-1, chiamasi carattere? – quando invece il suo predecessore si era lasciato prendere a calci, così come la clamorosa rimonta in Champions League dal 2-0 di Wolfsburg.

LA MISSIONE – Sì, perché se è vero che quella di ieri sia stata insindacabilmente la notte di Ronaldo, è altrettanto indubitabile che uno più uno faccia due: al carattere emerso nel colpo del Bernabeu va sommato qualcosa accaduto appena due volte nella storia della Champions League. Ossia rimontare da un 2-0 ed accedere al turno successivo. E’ riuscito al Real Madrid di Cristiano Ronaldo, vero, ma è anche quello – o meglio lo sta diventando – di Zinedine Zidane: carattere, mentalità, tenacia nel non arrendersi ai punti deboli tuttora esistenti. Ci si chiedeva se fosse bastato il cuore, se non fosse stato insufficiente rispetto al deficit di esperienza di cui palesemente soffre Zizou in versione allenatore: intanto la Liga, se non riaperta, non consente certamente al super Barcellona ulteriori passi falsi. Ma già starsela a giocare contro la squadra più forte di tutti i tempi è un punto a favore. Il resto lo fa quel che, considerata la notte della Volkswagen Arena, nessuno più si attendeva: il Real è ancora dentro la Champions. Tra le prime quattro d’Europa, con tutta la rabbia necessaria a non accontentarsi. E se fosse finale al primo tentativo? Come la metteremmo? L’uomo in missione intanto avanza.