Juventus, Buffon: «Non chiamatemi mito» - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Juventus, Buffon: «Non chiamatemi mito»

Pubblicato

su

Intervista a 360 gradi al portiere bianconero: si parla di Ancelotti, Casillas, Real madrid e altro

875 partite e non sentirle. Gianluigi Buffon, portiere della Juventus, è ancora sulla cresta dell’onda e in molti lo reputano uno dei migliori numeri uno in circolazione. Lui stesso ha dichiarato: «La mia motivazione è una questione di amor proprio, cerco di scrivere ancora pagine importanti per il calcio. Sono cambiato nella mia carriera, col lavoro e l’esperienza ho migliorato molte cose tipo l’esuberanza fisica, ora sono più difensivo».

MITI – Buffon è un mito? Risponde lui in persone: «Non mi piace essere definito un mito o un eroe, perché questi hanno poco di umano. Sono uno sportivo che ha spirito e cuore, anche se mi devono giudicare gli altri. Mi considero un calciatore che ha marcato una parte importante nella storia del calcio italiano, europeo e mondiale. Rispetto? Dipende dalle prestazioni che uno offre, per questo la Juventus mi ha offerto il rinnovo».

NUMERO UNO – Ancora Buffon, stavolta sul ruolo del portiere: «Mi è sempre piaciuto sentirmi diverso dagli altri, per questo il portiere si identifica, ha una maglia diversa e può giocare con le mani. Col tempo ho capito che un portiere può dare molto a una squadra. Ora c’è una tendenza a giocare di più con la squadra, a giocare coi piedi e a iniziare un’azione di gioco ma con Malesani a Parma io già facevo queste cose molti anni fa. Il mio modello comunque è Thomas N’Kono».

TITOLARI – I grandi club tendono a comprare due portieri titolari, Buffon la pensa così: «In tutti i club alla fine c’è un primo e un secondo portiere, anche se il livello è alto. Uno lo sente dentro se è titolare o meno, allora così c’è differenza. Non sono d’accordo con l’alternanza Lopez – Casillas, io mi sentirei penalizzato. Quando sto bene voglio giocare sempre, ma è chiaro che se i risultati danno ragione all’allenatore allora questo si può convertire in una moda. Se però su 60 partite il titolare non ne gioca 15 non è un problema».

IKER – Di nuovo Buffon ha aggiunto: «Casillas? Mi pare strano dover discutere di un portiere così, è un grande e non mi sembra normale metterlo in discussione. Il Mondiale è stato un momento come un altro. Il problema di un portiere è che alle spalle non ha una rete, ma un precipizio. Non sempre un portiere è infallibile, può commettere errori e se la squadra per cui gioca è forte allora la critica è maggiore. Conosco Casillas e lo stimo, mi piace la sua continuità e il suo essere determinante. Tecnicamente è senza difetti».

PALLONE D’ORO – A proposito del Pallone d’Oro Buffon al quotidiano spagnolo As ha detto: «Pallone d’Oro? Non l’ho vinto e basta, non mi piacciono i rimpianti. Non si conoscono bene comunque le basi su cui si dà un premio del genere, se si dà a chi è più forte o chi ha vinto di più. Per un portiere però è un caso eccezionale vincerlo».

MISTER – Sugli allenatori invece Buffon ha dichiarato: «I tecnici vanno rispettati, sono i capi del gruppo. Poi è normale che con l’età varia il modo di relazionarti con essi, la cosa si fa più paritaria. Mi piacciono gli allenatori che vogliono trarre il massimo dal gruppo. Con Ancelotti ho una relazione molto buona, e anche con William Vecchi che è un grande allenatore dei portieri».

REAL – Infine qualche retroscena su un possibile arrivo di Buffon al Real Madrid: «Nel 2004 girò voce di un interesse del Real per me ma non credo fosse una cosa vera, di certo al Madrid non mancavo io, ha sempre avuto portieri ottimi. Quando sei piccolo sogni di giocare con le big europee, che siano Juventus o Milan o Inter o Liverpool. Alla Juventus per essere un top club manca un giocatore alla Ronaldo o Messi, gente con cui parti sempre in vantaggio 1-0. Non male…».