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Abbiati: «Milan, non doveva finire così»

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Il portiere saluta San Siro: «Colpa di tutti, ora mi dedico alle moto»

Un addio amaro, senza passerella, ma con gli applausi del pubblico: dopo circa vent’anni Christian Abbiati saluta così il Milan, con il freddo nel cuore di chi, negli ultimi tempi, non ha potuto contribuire alla causa di una squadra ormai quasi definitivamente allo sbando. Con la Roma Abbiati ha chiuso la sua carriera da giocatore ed a fine parita ha reso omaggio al pubblico che, più di tutti, lo ha amato. «Non volevo chiudere così, non l’avevo immaginato così il mio addio – le parole ricche di amarezza dell’estremo difensore – . Ringrazio i tifosi, ho preso la decisione di ritirarmi perché è troppo tempo che il Milan non è nei primi posti. Forse sbaglio io a fare paragoni col passato, ma questa cosa mi far star male e mi pareva giusto smettere. Quando sono arrivato qui ho avuto grandi esempi, l’emozione che provo ora è indescrivibile, purtroppo però l’ultimo periodo qui al Milan non è stato bello». Sentenze dure e cariche di tristezza ed emotività. 

ABBIATI: «FUTURO IN CONCESSIONARIA» – Il futuro per Abbiati è un po’ una incognita, ma da qualche settimana ha aperto a Milano una nuova concessionaria che vende motociclette, l’altra sua grande passione: «Parlerò del futuro con Adriano Galliani prossimamente, ora però mi occupe delle mie concessionarie, prima c’è una partita importante però, ovvero la finale di Coppa Italia con la Juventus». Il portiere è critico con tutti, ancora una volta: «Quando c’era da fare il salto di qualità, non lo abbiamo mai fatto. I giocatori vanno in campo, è vero, ma la colpa è di tutti. Mi sarei immaginato l’addio in un’altra maniera». Tanti i ricordi che legano Abbiati al Milan: «Il ricordo più bello? La parata nel derby quando abbiamo vinto la Champions League. Il futuro? Gigi Donnarumma non ha bisogno di me, è un bravissimo ragazzo ed un grande portiere. Vedere un vecchio come me e un giovane è stato bello». Finisce così.