Una stagione d'applausi da ultimi in classifica: la cavalcata dell'Atalanta 2004/2005
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Una stagione d’applausi da ultimi in classifica: la cavalcata dell’Atalanta 2004/2005

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La retrocessione tra gli applausi del 2005: un’Atalanta che fece sognare i tifosi in una mancata salvezza da ultima in classifica

«Ultimi in classifica l’anno scorso: dalla prima giornata fino all’ultima e siamo stati stimati non solo in Italia, ma in Europa». Una frase, quella di Claudio Galimberti (portavoce Curva Nord), citata durante la Festa della Dea del 2005: racchiudendo ciò che è stata una stagione da ultima ruota del campionato e l’orgoglio, come popolo, di essere stati sempre presente sugli spalti. Il 22 maggio 2005 l’Atalanta, ultima in classifica dall’inizio alla fine, retrocedette tra gli applausi di tutto lo stadio: contesto che racchiuse il concetto di atalantinità.

Annata 2004/2005, una stagione complicata dentro e fuori dal campo: niente budget per rinforzare una squadra neopromossa, i 7 punti in 14 gare con Mandorlini (senza vincere), le continue litigate tra Ruggeri era in continuo litigio con i tifosi e le dimissioni del presidente cedendo momentaneamente il timone a Randazzo.

L’inizio della svolta arriva dopo l’esonero dello stesso Mandorlini: al suo posto Delio Rossi che prende in mano un’Atalanta già condannata alla B, ma nessuno si sarebbe mai aspettato quella che poi divenne una cavalcata entusiasmante. Nel girone di ritorno i nerazzurri incassano 24 punti trascinati dai goal (e capriole) di Makinwa: bomber nigeriano e simbolo della speranza.

Il colpo esterno contro la Sampdoria, 3-0 contro il Chievo Verona, la vittoria nel finale grazie a Sala ai danni del Palermo, il siluro di Bernardini contro il Messina. Atalanta a -4 e in 180 minuti si gioca la salvezza, e proprio il 22 maggio ospita al comunale i giallorossi di Francesco Totti.

Atalanta-Roma: stadio esaurito, coreografia e voglia di trasformare quel miracolo in realtà. I nerazzurri attaccano senza pietà, la beffa però è dietro l’angolo con la rete di Cassano che porta gli ospiti alla vittoria. Ora è ufficiale: l’Atalanta è retrocessa in Serie B. Contestazione? Insulti? In altre piazze forse, ma a Bergamo no.

Le emozioni che hanno portato mister e squadra sono state incredibili, rispecchiando quello che è il concetto che racchiude l’Atalanta: “La Maglia Sudata Sempre”. Nessuno si muove sugli spalti, i giocatori vengono applauditi come se avessero vinto lo scudetto. Camminata verso gli altri settori, ma sotto la Curva Pisani si arriva di corsa, con le lacrime addirittura di Delio Rossi: definendo più avanti quel momento come uno dei più belli della sua carriera.

I valori di quel giorno, al di là dei successi europei, sono stati tramandati e se la tifoseria orobica è diversa da tutte le altre, grande simbolo fu proprio il modo in cui si concluse la stagione 2004/2005. L’Atalanta non retrocede mai quando si tratta di fede.