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Idea Spalletti: Joao Mario come Nainggolan, il portoghese però…

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Più di un’idea nella testa di Spalletti: visto l’impatto avuto dal portoghese nella sfida all’Olimpico, il tecnico interista cerca di trovargli una sistemazione stabile nel centrocampo nerazzurro

Sabato all’Olimpico è stata una serata di gladiatori e trequartisti dell’ultimo minuto. Il primo tempo è di Nainggolan e della Roma, il secondo appartiene all’Inter di Borja Valero e Joao Mario. Con la superba regia di Luciano Spalletti all’intervallo: come ti cambio l’Inter e vinco.
Dopo l’assist al bacio per Dzeko da parte del centrocampista belga, Spalletti avrà pensato: «Come volevasi dimostrare…». Già perchè Naingollan è stato a lungo inseguito nella turbolenta estate interista, quel centrocampista centrale che porta il primo pressing ai portatori di palla avversari ma allo stesso tempo capace di dettare l’ultimo passaggio come in occasione del vantaggio romanista siglato dal centravanti bosniaco, e di calciare a rete come nella sfida della scorsa annata al Meazza, gara decisa a fine febbraio dal Ninja con una doppietta fantastica originate da due iniziative prepotenti e concluse con due siluri di destro imparabili.

Nel secondo tempo però, Spalletti tira fuori l’asso dalla manica e fa entrare il portoghese al posto di uno spento Gagliardini. Joao Mario ha iniziato con errori inspiegabili, due palle regalate, un gol mangiato e una punizione calciata in fallo laterale, ma come i compagni è rimasto in piedi fino alla riscossa nell’ultimo quarto di match. Mentre Borja ha reso, spostato davanti alla difesa a fianco di Vecino (suo ruolo naturale), più fluido l’avvio dell’azione, Joao ha pian piano trovato il tempo per azzannare gli interni avversari (come nel pallone strappato proprio a Nainggolan sul 3-1) e il passo per cucire i reparti.

Quello che Spalletti chiede al suo trequartista e che Nainggolan nella scorsa stagione ha svolto alla perfezione arrivando a segnare 11 reti in campionato e 14 totali. Il belga ha più forza, sa «strappare» e soprattutto è più concreto davanti alla porta. A detta di Spalletti, Joao però è più tecnico e forte nello stretto. Deve comunque fare quel salto di qualità necessario per elevarlo a fuoriclasse assoluto, la freddezza sotto porta è il vero tallone d’Achille del portoghese, appena 3 gol siglati l’anno scorso e una pericolosità nell’area avversaria che manca terribilmente. Appena 2 i tiri verso la porta di Alisson e nessuno veramente pericoloso, se il tecnico interista riuscirà a riempire questa lacuna tecnica nel portoghese allora Joao Mario potrà essere il vero colpo a centrocampo dell’Inter.