Raiola sbotta: «Tavecchio razzista, serve Bierhoff» - Calcio News 24
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2014

Raiola sbotta: «Tavecchio razzista, serve Bierhoff»

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L’agente di Pogba e Balotelli attacca il candidato alla presidenza della FIGC

FIGC TAVECCHIO RAIOLA – Si arricchisce la schiera di persone che si oppongono duramente alle parole di Carlo Tavecchio: anche il noto procuratore Mino Raiola è sceso in campo, unendosi al partito del rinnovamento del calcio italiano: «Io giudico le persone anche per quello che dicono e quello che ha detto il candidato alla presidenza Figc Tavecchio è sintomatico del fatto che non sa di che cosa parla e che ha preconcetti di stampo razzista. Se questa è la persona che deve guidare il rinnovamento del calcio italiano siamo spacciati. All’estero le sue parole hanno già fatto troppo rumore. Parla del sistema inglese invece di prendere ad esempio la Germania campione del mondo. In Germania c’è libertà di ingresso senza limiti per tutti i calciatori. Non ha ancora capito che gli stranieri sono una ricchezza. O pensa che i diritti tv acquisiranno valore o i tifosi acquisteranno i biglietti dei nostri meravigliosi stadi per vedere giocare gli italiani o i pochi stranieri che accetteranno ancora di venire in Italia. Provo ribrezzo al pensiero che il nuovo presidente possa essere un razzista e non mi sorprenderei se qualche giocatore prendesse provvedimenti legali», ha sbottato l’agente, tra gli altri, di Mario Balotelli e Paul Pogba, ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

LA SVOLTA – Raiola, che ha poi rincarato la dose per il principale candidato alla presidenza della FIGC, ha parlato delle soluzioni per la possibile svolta nel calcio italiano, non senza qualche provocazione: «Ci sarebbero i presupposti giuridici per svincolarsi da una federazione guidata da un razzista. Chi ha inizialmente appoggiato Tavecchio è ancora in tempo per ammettere l’errore e cambiare idea. Sarebbe un atto di umiltà e intelligenza. Il sistema del calcio italiano ha bisogno di una persona non già in discussione. Che abbia energie e credibile. Soprattutto che abbia voglia di battere una strada nuova. Chi appoggia questo candidato deve capire che deve mettere da parte i propri interessi. Non serve un presidente debole che si faccia guidare dai soliti noti. Sappiamo chi sono i responsabili della situazione e io credo che sia giunta l’ora di una svolta: dall’interno del mondo del calcio deve partire questo ormai indispensabile rinnovamento. Io penso a Oliver Bierhoff: serve un tedesco per cambiare davvero».