Palermo, Zamparini: «Lotto da solo. Questo calcio è senza valori»

Le parole del patron rosanero tra obiettivi, analisi e bilanci.

PALERMO ZAMAPRINI – Torna a respirare l’aria della Serie A il Palermo dopo l’annata nel purgatorio della serie cadetta. E il presidente Maurizio Zamparini ha deciso di soddisfare le curiosità dei tifosi rosanero attraverso le colonne de “La Gazzetta dello Sport”: «All’inizio di questo campionato di B furono in molti a criticare la campagna acquisti del Palermo, dicendo che saremmo andati in serie C: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per quanto ho fatto per il Palermo Calcio, credo di meritare fiducia a scatola chiusa. Stiamo lavorando senza il sostegno che mi sarei aspettato da parte delle istituzioni, e contro la burocrazia, per realizzare due opere che riteniamo di rilevanza sociale: il centro sportivo e lo stadio. Nella vita sono abituato a lottare e vincere. Servono soci con capacità economiche forti per puntare a campionati d’eccellenza (Champions), altrimenti dovremo usare le nostre capacità per competere come il migliore Palermo degli anni scorsi. Tra gli obiettivi c’è quello di riuscire a essere competitivi per le coppe europee. Ora dobbiamo lavorare tanto per riuscirci: non sarà facile».

IL CALCIO ITALIANO – Zamparini ha analizzato poi il calcio italiano, evidenziando la mancanza di cultura e valori: «Questo calcio, purtroppo, specialmente in Italia, non porta avanti valori sportivi; nel nostro Paese, sin dalle scuole elementari, non si coltiva una sana cultura dello sport. Inoltre, il calcio di oggi non porta benefici economici, ma perdite disastrose: vedi Milan, Inter, Lazio, Roma, Real , Barcellona, Manchester United, Paris St Germain, ecc. Personalmente, quando penso a quanto del mio patrimonio, frutto del mio lavoro, ho messo nel calcio, me ne vergogno. Comunque, credo di essere uno dei pochi che abbia scelto di investire nel calcio per valori sportivi: e di questo sono fiero. Per quanto riguarda il calcio violento, credo sia responsabilità delle istituzioni che non colpiscono chi delinque: anche negli stadi».