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2014

UEFA, Platini: «Abete si occupi di calcio, non di hooligans»

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platini michel (tribuna) 2013 ifa

Il presidente Platini interviene sui fatti di Coppa Italia e non solo

PLATINI JUVENTUS UEFA – Proprio il giorno dopo la finale di Europa League giocata nella “sua” Torino, ha parlato ai microfoni di Tuttosport il presidente dell’Uefa ed ex calciatore della Juventus Michel Platini. Queste le sue parole: «La prima pagina contro di me dopo Istanbul? Non me la solo presa, se a distanza di 30 anni fate ancora titoli su di me, mi fa piacere. Solo che non era colpa mia, la Juventus aveva colpe ma era più facile prendersela col presidente Uefa che era lontano... Benfica e Siviglia sono state bravissime, l’Europa League è una competizione lunga e difficile, chi arriva in fondo la merita sicuramente. Mi dispiace che Juventus – Benfica si sia giocata per soli 49 minuti, io stesso sono stato tra quelli che hanno voluto ampliare il tempo effettivo di gioco».

SANZIONI – Platini ha aggiunto: «Il Mondiale in Brasile non preoccupa più di tanto perché è sempre la solita solfa, non c’è da preoccuparsi, pure in Italia nel 1990 e in Francia si temevano le stesse cose, ma poi alla fine andava tutto per il verso giusto. Non abbiamo preso bene invece i fatti di Roma di Coppa Italia ma il nostro problema deve essere il calcio, Abete che è il nostro rferente sa che deve occuparsi di calcio, gli hooligans sono materia per lo Stato. Se lo Stato non si prende responsabilità allora Abete non ha colpe. L’esclusione dalle coppe per fatti del genere è un argomento spinoso perché quando vennero eliminate le inglesi si trattò di una partita Uefa, non di una coppa nazionale».

FAIR PLAY – Platini ha parlato anche del fair play finanziario: «E’ stata una prima volta storica quella delle sanzioni per il fair play finanziario, non era ancora accaduto. E’ nato tutto dalle richieste di alcuni presidenti di grandi club tipo Moratti o Berlusconi che mi hanno chiesto una regolamentazione per non trovarsi ogni anno a mettere cento milioni di euro. Le regole sono state fatte, tutti le conoscono e vediamo ora che succede».

ITALIA – Sul campionato italiano: «Io me ne frego dell’appeal, guardo il campionato italiano e mi diverto pure perché la Juventus è molto forte, la Roma gioca bene, la Fiorentina e il Napoli pure. Se mi dite degli stadi però sono brutti, ma il calcio resta di alto livello. Lo Juventus Stadium mi piace molto e d’altronde ci giochiamo una finale. Serie A a 18 squadre? Appena si abbassa il numero c’è sempre qualcosa che occupa gli spazi nel calendario lasciato vuoti. Per quanto riguarda gli allenatori italiani non saprei dire se sono meglio loro o quelli che si formano in Serie A. Zidane allenatore? Può farlo, se l’ho fatto io! Scherzi a parte, mi sembra coinvolto e con voglia». 

ALLENATORE – Platini ha concluso: «Gli allenatori adesso contano di più perché i giocatori cambiano troppe squadre e si è spezzato il legame con le tifoserie. I tecnici sono protagonisti perché spesso devono dirigere il traffico di giocatori. Adesso si parla di più di Ancelotti o Mourinho piuttosto che di certi campioni. Il mestiere dell’allenatore comunque è il più stressante perché è quello che sui novanta minuti ha meno potere e ho capito solo dopo quello che provavano Hidalgo e Trapattoni, volevano vincere e lo trasmettevano».