Come cambia il Bologna: una o due punte, ma è la difesa l’enigma - Calcio News 24
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2013

Come cambia il Bologna: una o due punte, ma è la difesa l’enigma

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Centrocampo punto forte: la corsa dei mediani, il dinamismo di Kone e la fantasia di Diamanti

Una squadra che segna tanto: questa era il Bologna un anno fa, in rete più di tutte le altre dal decimo posto della classifica in giù. Il salto di qualità passa dunque dalla conferma di un gioco piacevole e redditizio ma più di ogni altra cosa da un netto miglioramento della fase difensiva, tallone d’Achille della squadra anche sulla carta. Vediamo cosa è cambiato al termine della sessione estiva di calciomercato.

4-2-3-1 OPPURE 4-3-1-2? – A Napoli – nella prima giornata di campionato – con il solo Bianchi sorretto da Kone, Diamanti e Christodoulopoulos, in casa contro la Sampdoria con Bianchi e Moscardelli riferimenti offensivi, Diamanti ad agire da unico trequartista e Kone spostato sulla linea dei centrocampisti a fare anche legna con Della Rocca e Khrin. E’ questo dunque il primo nodo da sciogliere per Stefano Pioli: una o due punte di ruolo? Oppure proseguire sulla falsariga di una non scelta, ossia adattare il modulo in base all’avversario, al fattore campo e alle contingenze dell’organico di volta in volta. Spetta comunque a Rolando Bianchi raccogliere l’eredità di Alberto Gilardino, in gol tredici volte e certezza nell’economia bolognese della recente stagione. Alle sue spalle scalpita anche Acquafresca: dopo le 14 reti nella stagione 2008-09 l’attaccante torinese non è stato in grado di confermare le altissime aspettative generate intorno al suo profilo, disseminando qua e là stagioni poco convincenti. L’ultima occasione per invertire la rotta.

ATTIVO DI BILANCIO – Mercato fatto di operazioni low-cost in entrata come in uscita, con l’unica eccezione rappresentata dalla cessione di Taider all’Inter: 5.5 milioni di euro per la comproprietà, mossa grazie alla quale il Bologna è riuscito a chiudere il suo bilancio con un attivo di oltre tre milioni. La sostanza in quel di centrocampo spetta alle prestazioni di Della Rocca e Khrin, quest’ultimo in particolare è chiamato a riconfermare i punti di forza mostrati nella passata stagione e dunque a compiere il salto di qualità sotto il profilo della continuità di rendimento. Pazienza e Perez alternative di esperienza, non mancano fantasia e dinamismo alla squadra di Pioli: la prima è affidata all’indiscutibile talento di Diamanti – sempre più anima di questo Bologna dopo aver peraltro rinnovato il contratto fino al 2018 di fatto legandosi a vita ai colori rossoblu – mentre Kone assicura corsa, tempi d’inserimento e gol grazie alle sue caratteristiche totali. Da valutare l’uruguaiano Diego Laxalt, in prestito proprio dall’Inter: in patria se ne parla un gran bene.

UNA DIFESA TUTTA DA OSSERVARE – Anticipato come si trattasse del punto debole della passata stagione, settore apparso troppe volte lento e difettante in termini di marcatura: non mancano i rinforzi e rispondono ai nomi di Mantovani e Cech. Il primo ha l’occasione per cancellare una serie di stagioni deludenti e ad oggi non può rappresentare una garanzia, il secondo arriva a parametro zero dal Trabzonspor dopo una discreta esperienza internazionale sia a livello di club – con le maglie di Sparta Praga, Porto e Wba – che con la nazionale slovacca: terzino sinistro piuttosto affidabile che non dovrebbe avere particolari difficoltà nei tempi d’adattamento al campionato italiano. Manca velocità nel mezzo, dove Antonsson, Natali, l’infortunato Sorensen e lo stesso Mantovani appaiono profili piuttosto simili, difensori di posizione ed abili nel gioco aereo ma carenti in termini di rapidità e marcatura. Da incubo le prime uscite ufficiali di Curci. A Pioli il compito di ordinare la fase difensiva e lanciare il suo Bologna verso le zone tranquille della classifica: difficile ad oggi ipotizzare obiettivi più sostanziosi, al campo l’ardua sentenza.