2013
Camminare a un metro e mezzo da terra
I miracoli calcistici di Eric Cantona, un performer del gioco del calcio
«Ho il sospetto che non sia un buon esempio camminare a un metro e mezzo da terra»
(La Crisi – Bluvertigo)
GESTI TECNICI – Più di una sforbiciata, un colpo da maestro. Eric Cantona si libra in aria e con il destro colpisce al volo, le foto lo ritraggono in questo splendido gesto tecnico destinato a finire negli annali della storia del football. Una maestria nel colpire e una precisione senza eguali, un’acrobazia del genere su un campo di calcio si è vista veramente poche volte, gli spettatori lo sanno e se date un’occhiata alle immagini di quel pomeriggio vedrete tutti i tifosi a bocca aperta e con gli occhi sgranati quasi a voler dire «Cantona è un pazzo se fa una cosa del genere». Cantona sarà anche un pazzo ma con quel gesto colpisce in maniera perfetta. C’è un piccolissimo particolare che forse può far sembrare il quadretto meno idilliaco, ma è roba da nulla eh. La palla si chiama Matthew Simmons ed è un fan del Crystal Palace. L’acrobazia è un colpo di kung fu e costerà a Cantona otto mesi di squalifica.
ERIC WAS BORN – Tempo fa in Inghilterra girava un cartellone pubblicitario con una bandiera dell’Inghilterra sullo sfondo e in anteprima Eric Cantona, rigorosamente con il colletto alzato, e la scritta: «Il 1966 per il calcio inglese fu un anno storico: nacque Eric». Stiamo parlando non solo di un calciatore, ma di un’icona, uno dei più grandi personaggi che la storia sportiva abbia mai partorito, capace di segnare al Liverpool in FA Cup e di dividere un camerino con Monica Bellucci, di allenare la nazionale francese di beach soccer e intepretare un ambasciatore in Elizabeth. Potremmo quindi definire Cantona un performer del calcio, non solamente un artista, ma un intrattenitore, capace nel bene o nel male di tenerti incollato al tuo seggiolino dal primo al novantesimo minuto, a patto che non tu lo offenda ovviamente.
SELLING ENGLAND BY THE POUND – Sicuramente molti di voi si saranno stufati nel vedere i giocatori di oggi, le starlette patinate, che si gettano in terra per una carezza su un fianco e che sbraitano contro tutto e tutti. A cavallo tra gli anni ottanta e i novanta Cantona se la prendeva con chiunque, ma non avreste mai provato disgusto nel vederlo, semplicemente perché lui aveva ragione. Perché aveva ragione? Perché era Eric Cantona, e chi è Eric Cantona ha ragione sia se getta una maglia in terra, sia se offende il commissario tenico della Francia Henri Michel in diretta tv o tira una pallonata addosso all’arbitro come fece al Nimes quando si beccò tre mesi di squalifica. Dopo aver girato cinque squadra in cinque anni, Cantona nel 1992 però cambia stile di vita, ma solo perché si trasferirsce in Inghilterra e allora diventa un vero e proprio idolo. Non tanto al Leeds, dove ancora oggi è odiato per la sua discussa cessione, quanto al Manchester United, una squadra fatta appositamente per lui con un allenatore che lo ha cullato sempre nonostante il kung-fu, i calci in faccia e la lingua lunga, Sir Alex Ferguson.
LOVELY GOAL – Se volete una sintesi perfetta di cosa voglia dire essere una divinità allora prendete un dvd delle cinque stagioni di Eric al Manchester, la fantasia al potere. Dotato di una tecnica sopraffina il nostro Cantona è riuscito a vincere ben cinque campionati su sei in Inghilterra, e l’unico campionato non vinto – andato al Blackburn, perché se non lo vince Cantona, allora è giusto che trionfi una sorpresa – è stato fortemente condizionato dalla super squalifica per la sforbiciata su Simmons. Prendete la rete al Sunderland del dicembre del 1996, Cantona riceve palla a centrocampo, si fa beffe spalle alla porta dell’arrivo dei difensori in bianco e usa McClair a mo’ di sponda, appena arrivato in area piazza un pallonetto assurdo dritto dritto all’incrocio dei pali e esulta allargando le braccia e facendo spallucce. Perché? Perché è Eric Cantona e per Eric Cantona una cosa del genere è la norma, come tagliare l’erba o leggere il Times. Volente o nolente il francese è così, personalità enorme e ingombrante, sempre una spanna sopra gli altri, quasi come se camminasse al di sopra delle teste altrui. Genio e sregolatezza non potrebbe mai andare d’accordo come in Cantona, tanto virtuoso quanto egocentrico e eccentrico.
OOH AAH CANTONA – Più di 400 partite in carriera con poco più di 150 gol messi a segno, molti cartellini rossi e un rapporto parecchio contrastato con la maglia della nazionale: Cantona ha fatto discutere anche quando ha lasciato il calcio, a soli trentun’anni da compiere. E’ diventato allenatore secondo voi uno così? Sì ma di beach soccer, perché ha proseguito la sua carriera come attore, fino all’unico vero flop in carriera quando nel 2010 ha invitato tutti i francesi a ritirare tutti i risparmi dalle banche. Nessuno lo ha seguito, e un colpo di kung-fu ad ognuno di quelli che non gli ha dato ascolto era troppo faticoso da assestare. Se pensate a un calciatore, sicuramente il modello che vi viene in mente non è Cantona, purtroppo. Oggi i giocatori fanno fatica a distinguere le vocali dalle consonanti, Cantona invece era un poeta, un poeta un po’ rissoso ma ci siamo capiti. Ancora oggi a Old Trafford cantano il suo nome in settantamila. «Sono orgoglioso di sentire ancora il mio nome allo stadio ma ho paura che i tifosi si fermino. Ho paura perché lo amo. E ogni cosa che ami, hai paura di perderla» ha dichiarato lo stesso Cantona mentre tirava un calcio nel costato al giornalista.
P.S.: Se volete avere un’idea di quanto Cantona sia stato un fenomeno allora guardatevi il film di Ken Loach su di lui. Looking for Eric, in italiano Il mio amico Eric, ne vale davvero la pena perché almeno vi rendete conto di cosa sia un vero calciatore.