2012
Torino, Ventura: “Più forti delle pressioni”
L’edizione online del Corriere dello Sport ha ripreso i passi più interessanti dell’intervista concessa da Giampiero Ventura al quotidiano sportivo nell’edizione cartacea.
“Certezza è una parola grossa. La sensazione l’ho avuta dopo i primi 10 giorni di Sappada: dopo i colloqui, dopo aver visto la totale disponibilità negli allenamenti. La prova definitiva l’hanno data due partite importanti dell’andata: a Genova con la Samp e a Nocera. A Marassi i giocatori hanno dimostrato la voglia di essere protagonisti, di imporsi. A Nocera abbiamo cambiato il modo di stare in campo (dal 4-2-4 al 4-3-3, ndr) che ha pagato, abbiamo fatto gol proprio attraverso ciò che avevamo preparato, la conferma che tra noi c’era simbiosi. Eravamo una squadra”, così il tecnico del Torino ha spiegato come è riuscito, durante tutto l’arco del campionato, a costruire un gruppo vincente.
Bravo l’allenatore genovese nel trovare il bandolo della matassa, situazione spesso d’impossibile fattura per i suoi predecessori, e nel tirare fuori il meglio da ogni singolo membro di questo Toro: “Di ogni giocatore devi trovare la chiave di accesso: alcuni devi stimolarli, altri capirli, altri aiutarli. Non puoi fare di tutt’erba un fascio. Se non ci riesci, non riesci ad avere ciò che loro possono darti. E a Torino ci sono grandi pressioni, un ambiente che condiziona, ancor più se sei in B: c’è l’obbligo di vincere, ogni partita è un esame e gli esami portano ansia”.
Infine un monito ai supporters granata: “Ai tifosi dico due cose, in vista del futuro: grazie per le emozioni che ci avete dato; abbiate fiducia, potremo ricambiarle. Non parlo di investimenti, ma sicuramente costa di meno garantirsi la salvezza che perdere subito la serie A”.