2012
L’Arte della Guerra
“Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria” (Sun-Tzu – L’Arte della Guerra)
Se a inizio campionato un tizio a caso mi avesse predetto la vittoria dello scudetto da parte della Juventus a fine stagione con una giornata d’anticipo, con ogni probabilità gli avrei consigliato un ottimo centro per la cura delle tossicodipendenze.
Il mondo è pieno di ‘gufi’ ed ottimisti e delle due categorie non so sinceramente quale sia la peggiore: i primi te la menano, i secondi se la menano, ma il risultato più o meno è uguale, perchè nove volte su dieci rimangono fregati.
Eppure a Torino, a luglio, c’era qualcuno già sicuro di vincere. Meglio ancora: aveva già vinto. Non era un ‘gufo’ e nemmeno un ottimista, anzi si teneva ben distante dal fare proclami: era semplicemente uno stratega, un grande stratega.
Antonio Conte è ben più di ciò che viene descritto solitamente, con buona dose di banale celebrazione del vincitore (e chi se ne frega del perdente, anche se l’anno prima veniva dipinto come la reincarnazione di Chuck Norris). Non è solo l’ex capitano della Juventus, diventato poi allenatore, capace di trasmettere ai suoi giocatori i super-poteri e la conoscenza di tecniche segrete di gioco sopraffine che nemmeno Naruto. Assolutamente no.
Conte è appunto uno stratega, di quelli veri. Di quelli che costruiscono il proprio trionfo sfruttando le debolezze altrui, le paranoie dell’avversario di turno che crede di avere già la vittoria in tasca e al più in tasca si ritrova invece il numero di telefono di Barbara D’Urso. Come Sansone anche Antonio trae forza dai capelli, trapiantati ok, ma pur sempre capelli.
Quando tutti gli davano del matto, lui si era già cucito mezzo scudetto sul petto, e quando gli dicevano che la stava tirando un po’ troppo per le lunghe con questa storia dei due settimi posti consecutivi, lui si era cucito pure l’altra metà.
Non fai in tempo a dare per spacciato il tuo nemico che lui ti ha già costruito la bara: questo è uno di quegli insegnamenti che nel calcio, come nella vita, nessuno dovrebbe dimenticare mai, un po’ come il codice pin del cellulare ed il numero della barista che serve mojito in minigonna al bar sotto casa tua.
Oggi un po’ mi vergogno, a inizio anno, di aver pensato che questa Juventus non potesse vincere una mazza, prima ancora che la battaglia fosse cominciata, perchè lì Conte aveva già trionfato, mentre gli altri si erano sconfitti da soli, prima ancora di cercare la vittoria.
Sun-Tzu nel 2012 si sarebbe fatto l’autotrapianto dei capelli, chi la capisce è bravo.